Oltre ottomila pensionati dovranno aprirsi un conto

In banca o in Posta o munirsi di una carta prepagata per ricevere l’indennità Sindacati contrari: «Un favore agli istituti di credito, altre spese per gli anziani»

di Paola Dall’Anese

BELLUNO

Sono 8.570 i pensionati in provincia di Belluno che, percependo una pensione con importo lordo mensile da 1250 a 1499 euro, cioè con un netto di 1000 euro, dovranno aprirsi, se non lo hanno fatto ancora, un conto corrente o un deposito in banca o alle Poste, o munirsi di una carta prepagata. Questi sono quelli che sicuramente dovranno correre ai ripari entro il 29 febbraio, visto che dal 7 marzo l’Inps non potrà più pagare, per effetto della legge 214 del 22 dicembre scorso (manovra del governo Monti), le indennità che superano il migliaio di euro.

I sindacati parlano di «ennesima fregatura per i soliti noti», vale a dire i pensionati. «E’ l’ennesimo regalo che questo governo fa agli istituti di credito, visto che per gli anziani aumenteranno le spese di tenuta conto. Immaginiamo la confusione che si creerà nelle case delle persone che si vedranno recapitare nelle prossime settimane la lettera dell’Inps in cui vengono avvisati di questo cambiamento. Eppure», si chiedono i sindacati dei pensionati, «se questa manovra è stata pensata per combattere l’evasione e rendere trasparente la tracciabilità del denaro, qualcuno può spiegarci come può un pensionato che riceve 1000 euro al mese evadere il fisco?».

In provincia di Belluno i pensionati sono 65.048, di questi appunto 8.570 percepiscono un’indennità mensile tra i 1250 e i 1499.99 euro, a cui si aggiungono 5.845 con una pensione tra i 1500 e i 1749.99 lordi e 3.767 con un’indennità fino a 2000 euro. «Considerando che chi percepisce un importo netto mensile tra i 1500 e i 2000 euro ha sicuramente già un conto corrente aperto da qualche parte, è facile pensare che quelli che dovranno aprirselo ex novo siano quelli con un importo appena di poco superiore a 1000 euro cioè gli 8.570 bellunesi», spiega Franco Piacentini, referente del dipartimento del welfare della Cgil del Veneto, il quale precisa poi che «chi dovrà aprire il conto sono coloro che percepiscono una pensione netta pari o superiore a 1000 euro».

Questi utenti avranno tempo, quindi, fino al 29 febbraio per decidere dove farsi accreditare la pensione comunicando poi all’Inps le nuove modalità di pagamento della pensione, che partiranno a marzo.

«E’ una forzatura per incrementare i conti correnti nelle banche e alle Poste», continua Piacentini. «Per i pensionati è una complicazione in più», sottolinea anche Ludovico Bellini segretario dello Spi Cgil. «Mi auguro soltanto che il governo istituisca dei conti correnti a costo zero, non solo a tassi agevolati. Credo che più tracciato a livello fiscale di un pensionato non ci sia nessuno, per cui trovo assurda un’imposizione del genere anche perché i soldi erogati vengono già da un ente pubblico».

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