Omaggio alla memoria nel museo del Settimo

I reperti salvati dalla razzia nazista, furono posizionati nella caserma Salsa Il 2 giugno 2007 l’inaugurazione del nuovo raccoglitore a Villa Patt di Sedico
SEDICO. Un museo che vuole essere un omaggio alla memoria dei soldati caduti in guerra, al fine di mantenere vivo il ricordo del loro sacrificio. E tramandarlo alle nuove generazioni, affinché cimeli e documentazione storica non restino ancorati in modo sterile al passato, ma possano contribuire ancora oggi a far conoscere gli eventi che hanno interessato il territorio provinciale e lo hanno portato a essere quello che è oggi.

Il museo del 7° Reggimento Alpini che ha sede in un’ala di Villa De Manzoni, in località Patt di Sedico, è un vero e proprio scrigno di oggetti accuratamente conservati, che offre la possibilità ai visitatori di conoscere le vicende e gli eventi che hanno visto protagonista il Reggimento stesso dalla sua istituzione, nel 1887, ai conflitti nel corso dei quali è stato chiamato a prestare servizio, passando per gli interventi di ordine pubblico e di soccorso che hanno caratterizzato il dopoguerra e arrivando fino alle più recenti missioni internazionali di pace.

«Il museo è stato inaugurato il 2 giugno 2007 ed è stato collocato a Sedico, grazie a una convenzione tra Provincia (proprietaria di Villa Patt e che ha in affido il complesso museale), sezione di Belluno dell’Ana e Comando truppe alpine», spiega Cristina Busatta, direttore e conservatore della realtà museale, che dall’inizio di quest’anno, da quando Daniela Perco è andata in pensione, sta lavorando a scavalco con un altro museo, quello Etnografico di Seravella.

Quest’anno sono quindi 10 anni che il museo del 7° trova posto nella villa progettata dall’architetto Giuseppe Japelli, su commissione del nobile Giovanni Antonio De Manzoni, nel 1835. Ma le origini del museo del 7° Reggimento Alpini sono molto più lontane, come spiega la Busatta, che nella gestione dell’importante realtà è affiancata da Federico Patelli, caporal maggiore scelto del 7°. «Il 7° Reggimento Alpini venne costituito il 1° agosto 1887, in virtù del Regio Decreto del 10 luglio dello stesso anno che stabiliva il nuovo organico del corpo degli alpini», sottolineano. «Nel 1937 ricorreva il cinquantesimo della fondazione e nel 1938 il ventennale della fine della Grande Guerra. Fu allora che il colonnello Carlo Ghe, allora comandante del 7°, istituì un Museo-Sacrario a ricordo dei numerosi caduti del Reggimento». Una realtà che venne inaugurata il 13 dicembre 1939: in tre sale della caserma “Salsa” a Belluno, furono raccolti i ritratti delle Medaglie d’Oro, trofei dei vecchi battaglioni, bandiere, labari, gagliardetti, numerosi cimeli e prede belliche. Ma non mancavano tantissimi documenti: dagli album fotografici agli specchi, dai diari sintetici ai diorami, passando per schizzi, lucidi e cartine topografiche.

I reperti vissero poi una storia travagliata durante la seconda guerra mondiale. Fortunatamente furono salvati dalle razzie dei tedeschi e riconsegnati all’autorità militare, per poi essere ricollocati alla “Salsa”, dove rimasero fino al 2003. «L’Ana aveva allora sensibilizzato la Provincia affinché si interessasse alle storiche collezioni e non rischiassero di prendere altre strade», continua la Busatta. All’epoca Palazzo Piloni aveva anche i finanziamenti ed ebbe modo di procedere ai restauri necessari a Villa Patt. Per il museo del 7° Reggimento furono investiti oltre 500 mila euro, in parte europei e in parte dalla Fondazione Cariverona.

Tutt’ora il materiale conservato è di proprietà del ministero della Difesa. E lo scorso anno il museo di Villa Patt è stata anche rinnovato. L’inaugurazione delle novità il 2 dicembre. «Grazie ai fondi Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione) abbiamo implementato le tecnologie, partecipando al progetto “Sensi: musei senza barriere”», mette in risalto la Busatta. «Un progetto che rende le realtà museali più accessibili al pubblico, con un’attenzione particolare ai disabili sensoriali e alle fasce deboli (all’iniziativa hanno preso parte anche il Mim dell’Abm a Belluno, il museo archeologico di Mel, quello della bicicletta di Cesio, di storia naturale dell’Alpago e il civico-storico-territoriale di Alano di Piave,
ndr
)».

Un finanziamento di 339 mila euro (cofinanziamento del 10%) ha permesso a Villa Patt di realizzare diversi interventi, tra cui un grande plastico multimediale sulla Grande Guerra in provincia di Belluno. Ma è stata anche sviluppata un’app (App Amuseapp Sensi) che serve come audioguida, adatta anche a un pubblico di non vedenti o ipovedenti. «È georeferenziata e ci sono dei ripetitori detti “beacons” , che richiamano l’attenzione dei visitatori verso i principali punti di interesse. Una tecnologia che a breve sarà inserita anche al Mim, al Fulcis e a Serravella», continua la Busatta. Acquistati poi dei tablet, che si possono noleggiare all’ingresso con l’audioguida già installata, lavagne multimediali per la didattica, mappe tattili per non vedenti e tre documentari.

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