Operaio morì folgorato nel cantiere della chiesa Ci vuole un’altra perizia
MEL
Operaio folgorato: altra perizia. Nel processo per omicidio colposo per la morte di Loris De Faveri, il giudice Scolozzi nominerà un proprio specialista di impianti elettrici, per verificare quello della chiesa di Villa di Villa. Incarico e giuramento il 21 settembre, dopo di che ci vorranno almeno tre mesi per la consegna del lavoro e i necessari chiarimenti in aula. Del resto i consulenti delle difese e quello nominato dalla Procura erano arrivati a conclusioni del tutto diverse.
L’incidente mortale sul lavoro costato la vita al 42enne trevigiano di Soligo, dipendente della Edil Group, è del 26 settembre 2014, sull’impalcatura accanto alla navata destra di San Nicolò. Gli imputati sono don Giuseppe De Nardo, Andrea Durigon, Mario Dall’Asen, Andrea Lorenzon, Francesca Cais, Ottavio Paier e Mauro Meler, oltre alle incolpate Lorenzon costruzioni ed Edil Group di Pieve di Soligo, Altedil di Istrana e Dall’Asen impianti di Mel.
Già assolto in abbreviato il direttore dei lavori Stefano Varaschin (appello della Procura), mentre il responsabile della sicurezza A.D.B. è stato condannato a un anno di reclusione. La famiglia è stata risarcita, di conseguenza ha ritirato la costituzione di parte civile.
Nell’udienza di ieri l’esame dell’imputato don De Nardo e le dichiarazioni spontanee di Mario Dall’Asen. «Mai nessuno mi ha detto che l’impianto elettrico della chiesa e il cavo che attraversa la strada dalla casa a fianco interferivano con il cantiere dei lavori», ha risposto il parroco al difensore Sancandi, «quella mattina avevo celebrato un funerale tra le 10.30 e le 11.15, dopo aver avvertito gli operai. C’erano circa 80 persone e, durante la funzione, sia la luce che l’organo hanno funzionato regolarmente. Alla fine siamo andati al cimitero, che è distante 500 metri e la signora ha staccato la corrente. Al mio ritorno ho saputo che era successo qualcosa di grave e avvertito il vescovo di Vittorio Veneto. Era tutto transennato e non sono riuscito ad arrivare sul posto. La chiesa era aperta e l’impianto staccato. Per quanto mi riguarda ho sempre fatto riferimento al direttore Varaschin».
Nelle ore precedenti, c’erano stati forti temporali: sospensione dei lavori e lavaggio delle pareti esterne con l’idropulitrice. Dopo la tragedia, è stato chiamato anche Dall’Asen: «Una prima volta al mattino, mentre ero al lavoro da un privato. Premesso che non sono l’amministratore della ditta, ho parlato con don Giuseppe, il quale mi ha detto che qualcuno si era fatto male. Nel pomeriggio è stato l’Enel a interpellarmi e sono tornato. Il quadro elettrico era spento e mi è stato chiesto di accenderlo, cosa che ho fatto. Funzionava tutto, tranne la chiesa. Detto questo, respingo gli addebiti che mi vengono mossi. Ho fatto bene il mio mestiere, come tutte le altre volte». —
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