Operazione Banca d’Italia «Un volàno per la città»
BELLUNO. C’è entusiasmo in centro storico. La notizia che procede spedita la trattativa per la vendita della sede della ex Banca d’Italia ha messo di buon umore i commercianti. Giovedì c’è stato un sopralluogo da parte di Roberto Chemello, imprenditore che si è già occupato della riqualificazione dell’ex ospedale civile. La sua presenza, e quella di un gruppetto di volti sconosciuti in città, non è passata inosservata.
Se alla fine l’operazione si concretizzerà, e l’immobile della ex Banca d’Italia tornerà a vivere (sotto altra forma), tutto il centro storico ne beneficerà. Ne sono convinti gli imprenditori che lavorano nel salotto di Belluno. «Sarei contenta che la Banca d’Italia venisse riqualificata», dice Mirta Zanolla, del Caffè Manin. «È chiusa da anni, ed è un peccato considerando che siamo in pieno centro storico». Dello stesso avviso sono all’edicola in piazza dei Martiri, dove segnalano che comunque c’è ancora chi chiede a che ora aprirà la filiale: «Tutto quello che viene fatto per riqualificare la città è un bene. E poi consideriamo che sta per essere completata la sistemazione dell’ex ospedale, che fra poco finiranno i lavori al Bembo... si creerebbe un circuito di immobili di pregio che darebbe nuova vita a questa parte del centro storico».
Già, ma come potrebbe essere trasformata la Banca d’Italia? Gli spazi sono enormi: c’è un piano terra, con una doppia scalinata che conduce al piano dove un tempo c’erano gli sportelli. Al primo piano si apre anche una terrazza con vista sul liston. Che farne? I commercianti non hanno dubbi: «Sotto i portici ci stanno bene i negozi», dicono da Intimissimi. Anche quel negozio è parte del complesso di proprietà della Banca d’Italia, come gli spazi dove un tempo c’erano il negozio Bertani sport e la gelateria. «Sarebbe bello arrivasse qualche noto marchio, che manca», continua Mirta Zanolla.
All’edicola piacerebbe si creasse uno spazio destinato alla cultura invece. E il primo piano? Qui sono tutti concordi: «Servirebbe un bel ristorante. Siamo una delle pochissime città che non ha un ristorante che si affaccia sulla piazza principale». Anche se da Intimissimi suggeriscono di non scartare l’ipotesi di una palestra, perché sono tanti i lavoratori in centro storico e questo servizio è assente nel cuore di Belluno.
Il fatto stesso che si parli di riqualificare l’immobile genera entusiasmo nei commercianti. «Questa città ha un grande potenziale, se lavoriamo tutti assieme possiamo raggiungere l’obiettivo di far crescere Belluno».
L’Ascom pensa che l’operazione stessa di riqualificazione possa fungere da volano per l’intera città: «L’importante è che venga elaborato un progetto permeabile, in cui i nuovi spazi dialoghino con il contesto», afferma il direttore, Luca Dal Poz. «Speriamo che la trattativa si concluda positivamente, perché la città ha solo da guadagnarci da un’operazione di questo tipo e mi auguro che l’imprenditore che acquisterà l’immobile non trovi ostacoli». Riqualificare la Banca d’Italia, conclude Dal Poz, «sarebbe un arricchimento per tutta la città. Porterebbe più persone a visitarla, ad acquistare nei nostri negozi, a conoscere le nostre bellezze».
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