«Ora basta austerità» Sindacati in piazza per lavoro e pensioni
Cgil, Cisl e Uil preoccupati per la prossima legge di bilancio «Servono più investimenti per far ripartire il nostro Paese»
BELLUNO. Il governo lavora alla legge di bilancio. I sindacati puntano i piedi. Sono molti i temi sviscerati con il Def, il documento di economia e finanza dello Stato, che non convincono Cgil, Cisl e Uil, e che li hanno portati ad indire una mobilitazione nazionale. Domani sono in programma presìdi davanti a tutte le Prefetture italiane. A Belluno la mobilitazione sarà doppia: oggi pomeriggio dalle 15 è in programma la manifestazione in piazza Duomo, domani il volantinaggio in centro storico e l’incontro con il Prefetto, al quale saranno presentate tutte le perplessità.
«In una fase storica in cui tutti gridano alla ripresa, non si capisce perché la manovra finanziaria sia ancora improntata all’
austerità
», tuona il segretario generale della Cgil Mauro De Carli. Se da un lato la manovra blocca l’aumento automatico dell’Iva (che sarebbe schizzata al 25%, mettendo in crisi i consumi), dall’altro secondo le organizzazioni sindacali «non vengono delineate linee di sviluppo adeguate al Paese».
Innanzitutto gli investimenti dedicati alle
industrie
: «Il piano Calenda è stato mantenuto, ma servivano investimenti maggiori», continua De Carli. «E sono troppo poche le risorse stanziate per gli investimenti sull’innovazione tecnologica e per l’occupazione giovanile. Tra l’altro, parliamo sempre di sgravi per le aziende che assumono giovani, ma abbiamo già visto con il Job Act che queste misure a lungo termine non funzionano».
Molte criticità anche per il settore della
sanità
: «La spesa prevista per il servizio sanitario nazionale cala di due decimi di punto», aggiunge il segretario della Cgil. «Viene messa in discussione la capacità di sostenere i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza,
ndr
) e non viene eliminato il super ticket di 10 euro sulle prestazioni sanitarie, che rende la sanità pubblica meno appetibile di quella privata. Questa manovra fa intravvedere una privatizzazione della sanità che ci preoccupa».
Non meno caldo il tema delle
pensioni
. L’anno scorso i sindacati avevano ottenuto un accordo su alcuni punti, «con l’impegno del governo ad attuare una fase due. Non la stiamo vedendo», prosegue De Carli. Quello che propongono Cgil, Cisl e Uil è l’adeguamento economico delle pensioni, ma anche il congelamento dell’innalzamento automatico dell’età pensionabile (arriverebbe a 67 anni, dai 66 anni e sette mesi attuali, con venti anni di contributi versati): «La decisione va presa entro la fine del 2017 e la manovra vale 1,6 miliardi. Meno del pacchetto previdenziale dell’anno scorso», precisa De Carli.
Fra le proposte c’è anche la garanzia di una pensione dignitosa per i giovani, la flessibilità sull’uscita dal mondo del lavoro, il riconoscimento del lavoro di cura, il miglioramento delle procedure per l’Ape, l’anticipo pensionistico. Sul fronte del
lavoro
occorre anche rinnovare il contratto collettivo nazionale del Pubblico impiego.
«Le poche risorse date dalla ripresa devono essere utilizzate per far ripartire il Paese», afferma
Rudy Roffarè
, segretario aggiunto della Cisl di Belluno e Treviso. «Va anche riconosciuta la discontinuità lavorativa, attraverso la previdenza integrativa. L’impegno delle organizzazioni sindacali su questi temi è reale e concreto».
Secondo il segretario regionale della Uil
Brunero Zacchei
, infine, è necessario che il Paese «esca dalle sue contraddizioni. Usciamo dalla crisi impoveriti, il nostro welfare è indebolito, si è creato un abisso fra ricchi e poveri. Siamo il Paese dove si spende di più per la sanità privata ma ci sono moltissime famiglie che rinunciano a curarsi per mancanza di denaro».
Tutte queste motivazioni spingono i sindacati a manifestare, per intervenire, laddove possibile, sulla legge di bilancio che presto sarà portata all’esame dei due rami del Parlamento.
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