«Ora dobbiamo puntare sui programmi strategici»
Il parlamentare Pd Roger De Menech è il presidente del Comitato paritetico «Fondo dormiente fino al 2014, ora sblocchiamo 500 mila euro a settimana»
BELLUNO. Un fondo che ormai comincia a dare i suoi frutti e che può andare in una direzione sempre più «strategica» con la partecipazione delle province. È questo l’obiettivo al quale punta Roger De Menech, deputato bellunese del Partito Democratico e presidente del Comitato paritetico per il Fondo Comuni Confinanti.
Presidente, la sproporzione fra i fondi assegnati al Bellunese per i progetti e finanziamenti effettivamente liquidati è evidente. Come si è arrivati a questa situazione?
«Il fondo è stato dormiente fino al 2014. Si era fermato a causa di grosse difficoltà di gestione e anche nell’avviare progetti nei singoli comuni. I municipi, infatti, non erano preparati e c’è voluto un po’ di tempo per rodare la macchina. Inoltre avere un sportello a Belluno accelera le procedure. Nel 2014 i progetti liquidati ammontavano in totale a 2,5 milioni di euro per tutte le province. Ora procediamo al ritmo di 500 mila euro a settimana».
Quali erano nello specifico i problemi della prima gestione del fondo?
«La vecchia conformazione del fondo assegnava ai comuni di confine l’onere di realizzare i progetti ma questo si scontrava con la struttura tecnica dei piccoli comuni. Questo siamo riusciti in parte a risolverlo. Inoltre in passato per partecipare ai bandi i progetti dovevano avere alcune caratteristiche precise e a volte non erano ben tarati. Sono state fatte molte varianti e questo ha allungato i tempi di realizzazione».
La novità del Fondo Comuni Confinanti è la possibilità di realizzare progetti strategici. Qual è la direzione che si vuole prendere?
«Alla sua nascita il fondo doveva rispondere a delle esigenze primarie. Possiamo dire che oggi, a distanza di anni e con i progetti che sono stati presentati, queste esigenze iniziano ad essere soddisfatte. La nostra impostazione è quella di andare sempre più verso i progetti cosiddetti “strategici”, che coinvolgono cioè più comuni se non l’intera provincia. Pensiamo ad esempio agli incentivi per la mobilità studentesca o all’hub digitale realizzato con gli industriali. O ancora l’anello delle Dolomiti. Sono progetti che non si realizzano su scala locale e che prevedono sempre la presenza di almeno un comune di confine all’interno del progetto a regia. Inoltre la loro approvazione passa sempre per il comitato paritetico, dove siedono anche Trento e Bolzano».
I comuni come hanno preso questa novità?
«All’inizio ci sono state delle critiche di carattere politico ma ora hanno capito che il fondo funziona per davvero, che i soldi sono stati sbloccati».
I sindaci vi avevano chiesto di essere coinvolti all’interno del Comitato paritetico, di poter sedere anche loro al tavolo. Com’è andata a finire?
«Partecipano, ma non hanno diritto di voto. Non è una contraddizione perché il comitato affronta principalmente questioni legate all’area vasta».
Come per esempio la banda larga?
«Esatto. Intanto abbiamo finanziato l’hub digitale, al quale abbiamo dedicato 900 mila euro, successivamente ci inseriremo al termine del progetto Infratel del governo. Puntiamo ad un bando per un voucher digitale, a Trento e Bolzano ha funzionato. Il capitolo completo che intendiamo stanziare per il digitale ammonta a due milioni di euro».
Visto che ha parlato del governo, cosa succede se si va al voto?
«Il lavoro più importante da portare avanti è quello di mantenere le relazioni, basti pensare al tema della ferrovia. Questo fondo deve diventare uno strumento per portare avanti delle politiche comuni. Calderoli era stato molto bravo e aveva avuto intuito, si era però perso nella fase attuativa. Il fondo ora è stabile, per modificarlo bisogna cambiare le normative e non vedo il pericolo che venga tolto. Ma è necessario che diventi sempre più “strategico”. Il lavoro più grande ora non è quello di reperire risorse ma di spenderle».
Nel giro di pochi mesi vi siete riuniti numerose volte. Quali sono i prossimi passi?
«Per quanto riguarda la progettazione il lavoro è stato fatto fino al 2018. Ora possiamo fermarci e continuare a lavorare sulle assegnazioni. La prossima riunione del Comitato è prevista il 20 luglio e si terrà a Bolzano, dove dobbiamo parlare di progetti specifici».
(v.v.)
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