«Ora sarà più facile programmare bilanci e servizi»
ROMA. Trasferimenti invariati rispetto al 2013, copertura dei mancati introiti della Tasi rispetto all'Imu, allentamento del Patto di stabilità. Escono con un mezzo sorriso, i sindaci, dalla riunione straordinaria convocata ieri a Roma dall'Anci per dar conto del vertice avuto con il Governo. Per la prima volta dopo sette anni non ci saranno tagli ai trasferimenti dello Stato ai Comuni: «Per noi significa poter anticipare l'approvazione del bilancio, ma anche garantire i servizi senza doverli riprogrammare», spiega il vicesindaco di Belluno, Tommaso Zampieri. «Anche la copertura della differenza di aliquota fra Tasi e Imu è un buon risultato. Lo Stato si è impegnato a trasferire ai Comuni l'importo pari al minor gettito della nuova tassa. Per noi una differenza ci sarà, perché avevamo l'aliquota della prima casa al 5 per mille, ma non sarà così pesante come temevamo».
Com'è noto, infatti, l'aliquota base dell'Imu per la prima casa era stata fissata al 4 per mille. Quella della Tasi è al 2,5 per mille. I Comuni potranno aumentarla di uno 0,8, portandola al 3,3. E lo Stato coprirà quello che manca per arrivare al 4. «Abbiamo anche ottenuto la possibilità di contrarre nuovi mutui in deroga al patto di stabilità, nella misura in cui ne estingueremo altrettanti». Significa che se un Comune estingue un mutuo per 500 mila euro, ne può accendere un altro di pari importo.
Anche il sindaco di Feltre Paolo Perenzin è soddisfatto per l'esito dell'incontro: «L'allentamento del Patto di stabilità di un miliardo consente maggiori spazi di manovra», spiega. «Lo stesso vale per il blocco del livello di indebitamento, che è in discussione. Era all'8 per cento, quest'anno avrebbe dovuto passare al 6 per cento, ma sembra sarà bloccato. Per il mio Comune è un dato importante, perché siamo al massimo dell'indebitamento».
L'altra buona notizia è l'eliminazione del Patto di stabilità per i Comuni sotto i 5 mila abitanti. Una boccata d'ossigeno per territori come Lamon: «Abbiamo vincoli di spesa per i soldi dei Fondi Letta e Brancher che abbiamo in cassa», commenta il sindaco Vania Malacarne, presente a Roma. «Il presidente Fassino ha ribadito la novità di un'inversione di tendenza: dal 2007 ogni anno c'è stato un taglio di trasferimenti da parte dello Stato per il Comune». Ora gli impegni presi dal Governo andranno approvati dal Parlamento e, conclude la Malacarne, «come sindaci daremo battaglia affinché questo succeda».
Anche Zampieri e Perenzin sono concordi nella necessità di non abbassare la guardia: «Il clima era più sereno rispetto ad altre riunioni, ma permane uno stato di esasperazione», sottolinea Zampieri. «I Comuni rivendicano la loro dignità di enti parte dello Stato, che si impegnano per ridurre le spese mentre altri non fanno altrettanto».
«La mobilitazione non deve fermarsi qui», aggiunge Paolo Perenzin. «Dobbiamo insistere, perché siamo alla soglia della sopravvivenza. Lo Stato ha scaricato sui Comuni tutto il peso del risanamento della finanza pubblica e abbiamo già visto che tagliare i trasferimenti agli enti locali non ha comportato una riduzione del debito pubblico. Ciò significa che non siamo noi i responsabili della situazione di difficoltà della finanza pubblica. Anzi, il nostro obiettivo ora deve essere quello di far crescere i trasferimenti ai Comuni».
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