Ora Wanbao cerca le società per formare i lavoratori in uscita
MEL. Dopo l'accordo sulla cassa integrazione all'Acc di Mel, il sindacato si sta attivando, insieme alla Wanbao, per trovare le società che possono realizzare la formazione di quei lavoratori che saranno ricollocati. Formazione non finalizzata a se stessa ma orientata a posti di lavoro reali, proprio per questo si tratta di una fase delicata dell'accordo. Ma nel sindacato c'è fiducia, come conferma Bruno Deola della Fim Cisl.
I cinesi, quando hanno rilevato l'Acc, disponevano di 455 collaboratori, 25 di loro se ne sono andati in questi anni, ne restano 430, ma secondo il piano industriale dovrebbero scendere a 270 per garantire la sopravvivenza della fabbrica, che comunque dovrebbe risalire ai 2,5 milioni di compressori, meglio tre milioni. Se l'anno scorso sembrava una prospettiva impossibile, e quindi improponibile, il 2017 è iniziato sotto i migliori auspici. Rispetto alla quota quasi miserrima di un milione e 300 mila pezzi, siamo già a quota un milione e 700 mila, come budget previsionale di quest'anno, calcolato sulle nuove commesse. In Acc, infatti, si sono riaffacciati vecchi clienti che avevano abbandonato l'azienda per i più diversi motivi, ma sostanzialmente perché ritenevano i compressori dell'Acc meno competitivi degli altri.
Che sta accadendo? In famiglia si ricomincia a cambiare il frigo, ne sanno qualcosa i grandi centri commerciali quali l'Ikea. E ne sanno di più le grandi fabbriche di elettrodomestici, a cominciare dall'Electrolux: i volumi sono in aumento anche a Susegana. Più frigo, più compressori. Tanto che il prossimo anno potrebbe essere raggiunta la fatidica soglia dei due milioni e mezzo di compressori. E tra i collaboratori dell'amministratore unico dell'azienda cinese, Wu Benming, c'è chi si spinge oltre, fino a considerare acquisibile il traguardo dei 3 milioni di frigo. «Sognare è lecito», sospira il sindacalista Deola, «ma intanto dobbiamo fare i conti con i 167 esuberi programmati e con la necessità di trovare opportunità di ricollocazione».
I cinesi hanno già anticipato al sindacato che se l'impresa ricomincia a tirare e, se si saturasse l'attuale linea di produzione, sarebbero disponibili ad investire sulla seconda, che oggi è obsoleta. Ma con 2 milioni e mezzo di compressori, meglio ancora con 3 milioni, sarà possibile mantenere l'attuale assetto occupazionale? Purtroppo no, allarga le braccia, perplesso, Deola: «Ci hanno detto che l'azienda raggiungerà l'equilibro quando la produzione salirà vicino ai 3 milioni e gli organici scenderanno a 270 persone. Noi, ovviamente, ci adopereremo per trattenere più personale possibile, in virtù della ripresa del mercato». Attenzione, però. La competitività dell'Acc passa anche per una nuova politica dei prezzi. La concorrenza è scatenata, specie quella cinese, alla conquista del mercato europeo in contrapposizione ai cugini di Mel.
Francesco Dal Mas
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