Orari ridotti e chiusure: due mesi da incubo negli uffici postali

Pronto il piano con i tagli estivi pensati dalla società per poter mandare in ferie il personale.I sindaci Ciotti e Da Roit non ci stanno: «Ci tolgono il servizio senza avvisarci»
25/05/2011 Roma, una mattina all'ufficio postale. Nella foto l'erogatore di eliminacoda
25/05/2011 Roma, una mattina all'ufficio postale. Nella foto l'erogatore di eliminacoda

BELLUNO. Ridimensionamenti in vista per gli uffici postali bellunesi. Come ogni anno, dal mese di luglio Poste Italiane attiverà una razionalizzazione degli uffici per permettere al personale di andare in ferie e per far fronte alla sempre più pesante carenza di addetti.

Il piano delle Poste per l’estate 2015 è già pronto e in alcuni casi è già stato comunicato ai sindaci. Che, in generale, non hanno preso bene la notizia.

Sette gli uffici sparsi per la provincia che tra luglio e agosto resteranno chiusi una ventina di giorni: parliamo di Bolzano Bellunese, Visome, Cadola, Castellavazzo, Meano, Padola e Vas. In cinque sportelli (Agordo, Feltre, Pieve di Cadore, Ponte nelle Alpi e Sedico), invece, l’orario di apertura sarà ridotto alla sola mattina. Insomma, un cambiamento non da poco e proprio nel periodo di maggior afflusso turistico.

Un fatto che non va giù al sindaco di Pieve di Cadore, Maria Antonia Ciotti, che ha già protestato con il direttore provinciale delle Poste. «Quelli delle Poste si sono comportati male nei miei confronti: non è possibile che un sindaco venga a sapere della riduzione di orario dal cartello appeso fuori dall’ufficio. Di questo mi sono lamentata con il direttore, perché i primi cittadini dovrebbero essere avvisati per primi di un cambiamento nei servizi», sbotta Ciotti. «Mentre Cortina non è stata toccata, per la prima volta Pieve subisce una riduzione di orario così forte. Mi meraviglio che si faccia prevalere soltanto il bene aziendale e non si tenga conto del valore sociale che hanno questi uffici nei nostri territori. E poi», conclude il sindaco cadorino, «qualche tempo fa, quando ho accettato la chiusura dello sportello di Sottocastello, mi era stato promesso che l’ufficio di Pieve di Cadore non sarebbe stato ridimensionato. Ecco invece che questo patto è stato tradito. E non dimentichiamo che ogni giorno a Pieve passano in posta 120 cittadini. Di questa situazione informerò i politici a Roma».

Anche il sindaco di Agordo ad oggi non è stato informato della riduzione di orario all’ufficio postale cittadino: «Non ne so niente», sbotta Sisto Da Roit, «so solo che il direttore delle Poste mi vuole incontrare a inizio luglio. Comunque, mettere le persone di fronte al fatto compiuto è ormai diventata una norma, lo stesso è accaduto anche per Dolomitibus. Quando il personale scarseggia o i soldi non bastano, si tagliano i servizi».

Per il primo cittadino pontalpino, Paolo Vendramini, «quest’estate non è andata poi male: lo sportello di Col di Cugnan non è stato toccato, mentre hanno ridotto quello del centro e quello interno al municipio, che rimarrà aperto ad agosto un giorno sì e uno no».

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