Orazio D’Incà si è dimesso dalla Protezione civile Ana
Coordinatore da 13 anni del Triveneto, ha rassegnato le dimissioni sabato Il presidente nazionale Favero: «Da oggi sarà operativo il nuovo incaricato»
BELLUNO. Dopo 13 anni passati al comando del 3° raggruppamento di protezione civile del Triveneto dell’Ana, il bellunese Orazio D’Incà ha dato le dimissioni. Dimissioni nate dopo alcune frizioni createsi all’interno dell’Ana stessa. Oggi sarà reso noto il nome del suo sostituto.
Una decisione che lasciato tutti perplessi, a partire dai presidenti delle sezioni di Belluno, Feltre e Cadore (Angelo Dal Borgo, Stefano Mariech e Antonio Cason). «È una questione con tanto fumo che speriamo si risolva positivamente in breve tempo. Da parte nostra c’è il massimo sostegno e appoggio a D’Incà, che ha sempre lavorato bene in questi anni. Siamo dispiaciuti che siano accadute queste cose».
D’Incà dal 2004, quando ha preso questo incarico, ha gestito 4.509 alpini del Triveneto (3.500 solo del Veneto), «il più grosso d’Italia», commenta l’assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin. Un incarico di responsabilità, condotto sempre con competenza.
A scatenare la tensione interna all’associazione, da quanto trapela, sarebbe stata la decisione di D’Incà di organizzare una riunione informale con i vari delegati del Triveneto a Valdobbiadene, dopo la nomina del nuovo coordinatore nazionale di protezione civile (il piemontese Gianni Gontero) avvenuta il 17 giugno scorso. Riunione di cui i vertici nazionali sarebbero venuti a conoscenza per caso. A questo punto da Milano avrebbero deciso di giocare d’anticipo, convocando a loro volta, ma il giorno prima a Conegliano, un incontro con gli stessi delegati. D’Incà è stato “richiamato” e per tutta risposta lui si è dimesso, sentendo venire meno la fiducia nei suoi confronti.
Da sabato scorso fino a ieri, quindi, in caso di emergenza per frane, terremoti e altri tipi di dissesti, i gruppi Ana di protezione civile e la stessa Regione Veneto avrebbero dovuto chiamare la sede nazionale dell’associazione a Milano. Una situazione non proprio ottimale, tanto che il presidente nazionale Sebastiano Favero, sentiti informalmente per le vie brevi i presidenti delle varie sezioni trivenete, ha deciso di nominare subito il sostituto. In condizioni normali, ogni presidente di sezione avrebbe dovuto inviare il nome del candidato a questo incarico. Ma questa volta non c’è stato proprio il tempo.
«Le dimissioni di D’Incà sono state accettate e oggi (ieri per chi legge,
ndr
) è già stato individuato il nuovo coordinatore», dice Favero da Corvara, dove oggi ci sarà un’esercitazione di protezione civile sulle 5 Torri. «Non possiamo lasciare scoperto un settore importante come la protezione civile. Settore che comunque non ha subito contraccolpi perché in caso di emergenza sarebbe entrato in azione il coordinamento nazionale. Quindi gli alpini possono stare tranquilli e sereni».
Già da oggi, quindi, il nuovo coordinatore del Triveneto sarà operativo. Ma non sarà un bellunese. «I bellunesi sono bravi, ma il Veneto è grande», dice Favero, lasciando intendere che per questa volta la provincia montana sarà out.
Tutto risolto quindi? No. «Prima di dire qualcosa in merito a questa vicenda, voglio avere chiaro il quadro complessivo. Se D’Incà vorrà parlare con me, non ci sarà alcun problema», dice il presidente. D’Incà lascerà l’Ana? «Dipenderà da lui», taglia corto Favero, «al momento non mi risulta, ma non posso escludere nulla».
(p.d.a.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video