“Ornella”, un locale cult nato al posto di un garage

Nel 1984 la scommessa dei coniugi Sbardella si trasforma in gelateria: «Decidemmo di aprire, fu l’amico Moro a insegnarci l’arte del gelato»

BORGO VALBELLUNA

Gelato che bontà! Una cosa a cui difficilmente si riesce a resistere è un bel cono di gelato. Dai bambini agli anziani, d’estate o d’inverno, questa è una passione che accomuna tantissimi bellunesi. Tra i tanti locali i dove gustarsi un buon gelato, c’è n’è uno che da 36 anni propone prodotti genuini, sani e buoni: la Gelateria Ornella a Mel di Borgo Valbelluna. A raccontarci storia ed aneddoti è la proprietaria Ornella, indiscutibilmente l’anima di questo locale.

LE ORIGINI

Nel 1984 i coniugi Ornella Sancandi e Claudio Sbardella decisero di trasformare il loro garage, aprendo una gelateria nel comune di Mel. C’era un unico grandissimo ostacolo: non sapevano come fare il gelato. «All’epoca pensare di aprire una gelateria con semifreddi era un’idea innovativa che avrebbe suscitato l’interesse di tanti potenziali clienti. A insegnarci il metodo per produrre gelato è stato un amico zoldano, Moro, gelatiere di professione, con un passato in Germania. Per motivi familiari era da poco rientrato in patria e lavorava alla Zanussi. Complice il legame di amicizia che ci univa, per i primi mesi ci affiancò e, grazie alla sua esperienza, giorno dopo giorno imparammo i segreti del mestiere, un’arte culinaria che ancora oggi pratichiamo quotidianamente. Anche grazie a questo supporto, il 4 maggio 1984 nacque la Gelateria da Ornella».

La GRANDE INTUIZIONE

L’idea di aprire questo locale è stata una scelta azzeccata della famiglia Sancandi – Sbardella. che si tramutò per molti anni in una grande mole di lavoro. «Non eravamo solo una semplice gelateria, ma un vero e proprio punto di riferimento per le famiglie, che nelle nostre sale ritrovavano il calore di casa. Il mix di buoni prodotti serviti in una location suggestiva ci hanno garantito per decenni centinai di clienti settimanali. Nemmeno il grande parcheggio davanti il locale era sufficiente per contenere tutte le macchine, infatti in molti le lasciavano dall’altra parte della strada provinciale. Nonostante la fatica che comportava, siamo orgogliosi di quanto costruito nel tempo. Per ovviare al tanto lavoro, nel 1988 ampliammo il locale con l’aggiunta di nuovi spazi per accogliere ancor più clienti, molti dei quali arrivavano dal vicino e fiorente sito produttivo che allora vantava realtà come la Zanussi. Con il tempo ci attrezzammo per poter ricevere e servire compagnie molto numerose e in poco tempo fioccarono le prenotazioni di ricevimenti, banchetti, ecc. Mi fa sempre emozionare il pensiero che molte persone legano dei ricordi unici e indimenticabili al nostro locale».

FIGLI D’ARTE

Claudio ed Ornella hanno dato il via a una attività molto conosciuta e apprezzata nel contesto bellunese, una conduzione familiare che nel tempo a coinvolto anche i tre figli della coppia: Cinzia, Maurizio e Willy. I primi due hanno iniziato a guidare ufficialmente il locale dal 2013, con mamma Ornella rimasta ad aiutarli dietro il banco. «Negli ultimi anni non si poteva più puntare solo sulla gelateria–pasticceria, infatti le mode, come i gusti dei clienti, sono cambiate ed evolute nel corso del tempo. Cinzia e Maurizio hanno deciso di proporre non più solo la proposta storica del locale, ma anche piadine, creapes, toast è molto altro». Altro percorso, ma sempre nel ramo ristorativo, ha seguito il terzo figlio Willy che nel 1993, con papà Claudio, ha aperto a Villa di Villa il Willy’s Bar, ancora oggi un punto di riferimento per la comunità locale. Figli che seguono le orme dei genitori, portando alcune novità, ma garantendo sempre la continuità e l’offerta di questo locale storico zumellese.

ARTE E CULTURA

«Sono sempre stata appassionata di quadri e sculture, tanto da aver ospitato negli anni oltre 300 esposizioni di artisti locali e non solo», sototlinella. «L’occasione di esporre in collettiva è sempre stato offerto gratuitamente ogni anno ai pittori che debuttano nel mondo dell’arte. Lo scopo era quello di promuovere autori bellunesi non ancora inseriti nei circuiti espositivi consueti». Oltre a essi sono passati per Mel artisti locali e provenienti da tutta Italia, del calibro di Pivetta, Salomon, Verzi e Diomede. «Facevamo molti incontri con scolaresche per trasmettere la cultura dell’arte. Gli stessi alunni erano i protagonisti di nostre esposizioni. Passione che è venuta meno, quando ho cominciato a notare che a visitare le mostre erano più gli interessati da fuori provincia che la gente del posto». —

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