Ospedale di comunità entro l’anno l’avvio di quasi 40 posti letto
BELLUNO. Novità in vista per la sanità del territorio. Gli ospedali di comunità stanno prendendo forma, come spiega il direttore dei servizi sociali, Carlo Stecchini.
Ospedale di comunità. L’ospedale di comunità è una struttura residenziale in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata. È riservato a pazienti che, pur non presentando patologie acute, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a casa propria per motivi socio-sanitari. Possono accedervi malati affetti da patologie croniche che periodicamente necessitano di controlli o terapie particolari, persone che a seguito di malattie acute o evolutive hanno bisogno di terapie difficilmente erogabili a domicilio, malati in fase preterminale-terminale non gestibili a casa loro. La gestione clinica è affidata al medico di medicina generale di ogni singolo paziente.
La situazione attuale. Ad oggi esiste ed è attivo l’ospedale di comunità di Auronzo con i suoi 21 posti letto, a cui si aggiungono i quattro posti all’interno del reparto di lungodegenza della struttura ospedaliera di Agordo «aperti da poco e che dovrebbero arrivare a 10 se ci saranno le disponibilità economiche», sottolinea Stecchini. A questi «dovranno aggiungersi i 6 letti che presto saranno attivati al San Martino, al quinto piano dell’area medica in uno spazio separato dall’unità riabilitativa territoriale (Urt) che l’Usl intende avviare», prosegue il direttore dei servizi sociali. «Nell’ospedale del capoluogo avremo quindi 16 posti letto nuovi di cui 10 riservati alla riabilitazione dotate di tutti gli strumenti necessari allo scopo come la palestra».
I costi. Ma la degenza all’ospedale di comunità avrà un costo. Essendo pensato per una degenza breve, di massimo un mese, «la retta a carico del paziente scatterà dal 31° giorno di permanenza e sarà pari a 25 euro», precisa Stecchini che aggiunge: «Invece nell’unità di riabilitazione il pagamento della prestazione scatterà già dal primo giorno (25 euro).
Le novità della Sersa. Anche alla Sersa di Belluno sono previsti cambiamenti significativi.
«A breve, dopo la firma della convenzione, saranno attivati i sei posti autorizzati dalla Regione per gli stati vegetativi permanenti. Questi posti godranno della quota di compartecipazione veneta in cambio della cessione da parte di Sersa delle quote per l’attività di casa di riposo normale», continua ancora il direttore dei servizi. «Come Usl garantiremo i neurologi, i fisiopatologi e i riabilitatori. Ma servirà una compartecipazione dell’utente. A partire dal sesto mese, quindi, il paziente pagherà 43 euro al giorno, mentre i restanti 130 li metterà la Regione che, per i primi mesi, sosterrà l’intera quota per la residenzialità pari a 173 euro».
Inoltre sempre alla Gaggia Lante saranno aperti due posti per pazienti affetti dalla Sla, sclerosi laterale amiotrofica. Ad oggi, per questa patologia, abbiamo una sola richiesta, ma Venezia ci ha autorizzato due letti. Questi pazienti, che vengono gestiti a casa per lo più, godono di una impegnativa di domiciliarità. Ma qualora per i familiari diventi difficile sostenere il carico della loro cura, allora potranno ricoverarlo alla Sersa, rinunciando alla somma che ricevevano dalla Regione tenendolo a casa».
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