Ospedale, il sindaco è preoccupato

Da Roit: «Tocca all’Usl trovare le soluzioni». L’ex primario: «Servono anche i tecnici che facciano funzionare le macchine»
Di Gianni Santomaso

AGORDO. «Prima o dopo la Tac e la risonanza magnetica arriveranno, tuttavia occorrerà stare attenti che ci siano tecnici e medici che poi le facciano funzionare».

A dirlo, spostando la questione dalle macchine alla loro operatività, è Cesare Dal Bo, per anni responsabile della radiologia di Agordo, in pensione da un anno e mezzo.

Nonostante le polemiche di questi giorni, Dal Bo non ha dubbi sul fatto che le due strumentazioni arrivino all'ospedale di Agordo, ma invita amministratori, politici e cittadini a pensare al loro futuro utilizzo.

«La sostituzione della Tac era prevista da un piano dell'Usl», dice «quella che arriverà sarà una delle più piccole, ma sarà sufficiente per l'attività dell'ospedale di Agordo. Per quanto riguarda la risonanza magnetica si sapeva che quella nuova sarebbe stata più pesante e che, per metterla al posto dell'attuale, sarebbe stato necessario un adeguamento della soletta». «Adeguamento», continua Dal Bo, «che già era stato fatto più di dieci anni fa quando venne installata quella attuale. Ero ancora in servizio quando la Regione ha detto ok alla nuova risonanza per Agordo e ricordo che già allora si era discusso sull'eventualità di metterla al piano terra. Ci sono ovviamente dei pro e dei contro. Questi ultimi sono dati dal fatto che sarebbe fuori dal reparto e quindi si renderebbe necessario spostare il tecnico e il medico».

Della questione, quindi, si era parlato anche in passato, nonostante oggi la direzione generale dell'Usl 1 dica che le valutazioni sull'installazione della risonanza al piano terra siano iniziate dopo la decisione dei sindaci di ristrutturare il pronto soccorso con i fondi di confine.

La cosa pare preoccupare il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit. «I sindaci hanno fatto uno sforzo», dice «decidendo di mettere due milioni dei Fondi dei Comuni di confine per il pronto soccorso. Ora contiamo che anche la Regione faccia la sua parte (mettendo altri due milioni) se è vero che ha interesse a tenere sul territorio servizi efficienti ed efficaci. Però, se andiamo a riorganizzare il pronto soccorso i tempi non saranno brevissimi. Non lo so: oggi abbiamo in mano appena un progetto preliminare. Se ristrutturiamo, credo sia necessario farlo secondo una logica che eviti nuovi interventi a lavori finiti. Altrimenti vorrebbe dire fare e disfare come è già successo in passato: nel 1998 con 800 milioni di lire vennero rifatte le sale operatorie e poi nel 2005 le rifecero un'altra volta».

«A noi», aggiunge il sindaco di Agordo «non era stata prospettata la possibilità di mettere la risonanza al piano terra. Tuttavia ora spetta all'Usl trovare una soluzione».

Sia Da Roit che Dal Bo sono comunque proiettati al futuro. Fondamentale è che le nuove strumentazioni, dovunque vengano collocate, siano utilizzate. «Abbiamo purtroppo esempi di strumenti non utilizzati», dice Da Roit «penso ai due letti di semi-intensiva che vennero regalati all'ospedale di Agordo dalla Fondazione Cariverona e che non sono mai stati utilizzati. O penso anche ad altre strumentazioni che sono state spostate altrove. Ecco: cerchiamo di non ripetere gli errori del passato».

Per Dal Bo l'attenzione deve essere posta sul mantenimento del personale. «Mese più mese meno, Tac e risonanza arriveranno», garantisce «però dopo occorre che ci siano tecnici e medici che le facciano funzionare. Attenzione: siamo andati via io e un'altra dottoressa che eravamo personale fisso e al nostro posto sono arrivati medici da Belluno che non sono fissi».

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