Ospedale, sindaci e Comitato concordi

Agordo. Approvato il piano. E promettono 2.5 milioni di euro per il pronto soccorso se l’Usl ripristina servizi tagliati

AGORDO. I sindaci approvano il disegno sull’ospedale del Comitato dei cittadini e ribadiscono che concederanno i 2,5 milioni di euro per il pronto soccorso, solo se l’Usl rispetterà i patti.

Sono le notizie che emergono dopo le due ore di riunione che giovedì sera ha visto protagonisti i sindaci agordini convocati dal presidente dell’Unione montana, Fabio Luchetta, e dal presidente del Comitato dei sindaci agordini dell’Usl, Sisto Da Roit, per esprimersi sul documento presentato loro nei giorni scorsi dal Comitato dei cittadini “Sanità agordina”.

Questi ultimi, dopo aver incontrato il gruppo di lavoro degli amministratori, avevano avuto modo di parlare anche con i sindaci.

Il loro è un documento che prevede il mantenimento di quanto esiste oggi all’ospedale di Agordo, il ripristino della Chirurgia e dell’Ortopedia 24 ore su 24 e di un’unità operativa semplice di Laboratorio analisi e la garanzia di un reparto di Radiologia e Cardiologia. Fondamentale, per i cittadini, è che nella redazione delle prossime schede ospedaliere la Regione tenga conto di tutto ciò per garantire il rispetto della “golden hour”, il diritto per i pazienti di ricevere le cure entro 60 minuti.

«Sono soddisfatta», dice Silvia Tormen, referente del gruppo di lavoro sulla sanità, «perché siamo riusciti ad avere una posizione compatta che ci unisce alla nostra cittadinanza e a un altro territorio della provincia che ha caratteristiche simili al nostro (il riferimento è al Cadore: i cittadini agordini e cadorini hanno lavorato in forte sinergia in questi ultimi mesi, ndr). Rispetto al documento che ci è stato presentato», continua Tormen, «abbiamo fatto delle integrazioni che riguardano la Terapia intensiva. Oggi condividiamo l’unità operativa complessa di Anestesia con Pieve. Noi abbiamo il primario, mentre loro ce l’hanno a scavalco. Loro, però, hanno due posti di Terapia intensiva (semi intensiva di Rianimazione) gestiti dal Suem. Abbiamo ritenuto che, se vogliamo la Chirurgia h24, dobbiamo avere anche la garanzia della Terapia intensiva».

D’accordo con la proposta della Chirurgia h24, i sindaci hanno, però, ribadito la necessità che ad Agordo continui a svolgersi un’attività chirurgica di elezione. «Vogliamo», ha aggiunto Tormen, «che restino le attività proctologica, di “difetti di parete”, vascolare-venosa, urologica, perché ciò permette la sostenibilità del reparto e al contempo di tenere allenato il personale». Un’altra integrazione è stata portata dai sindaci sull’urgenza-emergenza. «Chiediamo», ha detto il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, «che ci sia un’automedica, cioè con il medico a bordo, 24 ore su 24».

Il fatto che i sindaci agordini abbiano raggiunto una posizione unitaria su un tema fondamentale come la salute è senza dubbio una notizia rilevante. Così come è rilevante sottolineare che al risultato finale si è giunti grazie al decisivo contributo dei cittadini del Comitato e al pressing di monsignor Giorgio Lise.

L’altro punto all’ordine del giorno della riunione di giovedì era la decisione sulla concessione all’Usl del finanziamento pari a 2,5 milioni di euro dei Fondi dei Comuni di confine per la ristrutturazione del Pronto soccorso. Finanziamento per il quale il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin aveva invocato celerità senza se e senza ma. «Tutti abbiamo fretta», ha detto Silvia Tormen, «ma rispetto a quello che prevedeva la scheda-progetto concordata con l’Usl in questi mesi ci è stato tolto il Laboratorio analisi. Ribadiamo che noi siamo pronti a dare i 2,5 milioni se i contenuti della scheda saranno garantiti. Noi non abbiamo mai cambiato idea, sono altri che non hanno mantenuto i patti. Se il Pronto soccorso non si farà, la colpa non sarà di certo nostra».

Ora occorrerà capire la posizione dell’Usl e della Regione. I patti devono essere osservati si diceva un tempo. E ora?

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