Ospedali, un professionista studierà Agordo e Auronzo
BELLUNO. Un professionista sarà incaricato di studiare gli ospedali di Agordo e di Auronzo. Al tempo stesso, l’Usl 1 parteciperà a un bando europeo con un progetto per l’adeguamento antisismico del nosocomio agordino.
La questione legata alla sicurezza degli edifici pubblici tiene ovviamente banco all’indomani degli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia, ma le amministrazioni locali nel tempo non se ne sono state certo con le mani in mano, sempre alla ricerca di fondi da destinare a questo capitolo. L’azienda sanitaria bellunese, per esempio, ha commissionato da tempo una ricognizione sulle condizioni del proprio patrimonio. Da diversi mesi è stato redatto il cosiddetto Vademecum antisismico degli ospedali, un’analisi di tutte le criticità presenti nelle strutture, che possono essere sanate con piccoli accorgimenti: dal fissaggio degli armadi ai muri allo spostamento di alcuni mobili dai corridoi, fino alla disposizione dei faldoni di documentazione in modo ragionato sugli scaffali per evitare cadute rischiose durante un possibile terremoto.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato un report sulla sicurezza degli ospedali: tra questi compaiono quelli delle Usl 1 e 2 di Belluno e Feltre. Il San Martino e il Santa Maria del Prato rientrano nella fascia 2, il resto delle strutture sanitarie nella 3. In poche parole, quest’ultime non sono del tutto a norma. «La situazione è delicata», ammette il direttore generale Adriano Rasi Caldogno, «anche perché è comprensibile come solo gli edifici di ultima generazione, è il caso del nuovo gruppo materno-infantile di Belluno, rispondano ai canoni di prevenzione antisismica. Le altre strutture, infatti, si riferiscono a norme in vigore negli anni della loro costruzione e ora sono sorpassate. Se mi si chiede, quindi, se le strutture sanitarie del nostro territorio rispondono all’ultima normativa in materia antisismica, è logico che la risposta sia negativa, rispondendo queste alle regole del suo tempo», sottolinea il direttore generale. «In edifici già realizzati, ci sono due tipi di interventi che si possono eseguire: l’adeguamento integrale o il miglioramento. Opere che comportano spese elevate. La Regione in questi anni ha dato le risorse che poteva, ma queste alla resa dei conti non sono mai sufficienti».
Comunque sia, Rasi Caldogno ha dato incarico agli uffici di fare una ricognizione delle strutture sanitarie, analizzandole dal punto di vista dell’adesione alle norme antisismiche. Presto il report sarà completo. «Come direzione», prosegue, «abbiamo dato mandato a un professionista di valutare gli ospedali di Auronzo ed Agordo. In quest’ultimo caso abbiamo intenzione di presentare un progetto per la sua messa in sicurezza da finanziare grazie a un bando regionale realizzato con fondi europei (circa 10 milioni di euro a disposizione per tutto il Veneto). Si tratta di una gara rivolta principalmente agli enti locali, ma possono partecipare anche le Usl. Noi ci proviamo, vediamo come andrà a finire. È un po’ la stessa cosa che avevamo fatto per l’ospedale di Lamon due anni fa e per cui ora stiamo approntando l’intervento per un milione di euro».
L’Usl 1, quindi, ha già iniziato a lavorare sulla messa a norma dei suoi edifici, non solo dal punto di vista della sicurezza contro i terremoti. ma anche contro gli incendi. Ma molta strada c’è ancora da fare. «Appena sarà pronta l’analisi che ho commissionato agli uffici, la presenterò a Venezia per evidenziare cosa è necessario fare per evitare rischi».
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