Ospitalità diffusa, estate positiva

È arrivata così tanta gente che si pensa al bis nella stagione bianca
65987963 - a view of cibiana di cadore in veneto, itay
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CIBIANA. “Ospitalità diffusa”: la prima edizione di quest’estate è stata così incoraggiante che i promotori pensano di rinnovarla anche durante l’inverno. Ieri, a Cibiana, si è tenuta una riunione dell’associazione “Ats Cibiana Dolomiti” per tirare i primi bilanci dell’esperienza estiva e per programmare quella del circo bianco. Angelo Barbato è il presidente, Federico Vincenti e Albita Bianchi (del Taulà dei Bos) i responsabili della ricettività, l’architetto Andrea Zinato è l’anima del programma, per il quale si è battuta, negli ultimi due anni, anche Luciana Furlanis, sindaco di Cibiana. Sei gli alloggi a disposizione, ma altrettanti si sono aggiunti di recente, a dimostrazione che i cibianesi, proprietari di case da affittare, davvero ci credono. Alla gestione pensa l’associazione, servizi compresi.


«Ci chiamiamo “ospitalità diffusa” perché non disponiamo di case-albergo, ma», spiega Zinato, «solo di alloggi, peraltro più che dignitosi ed attrezzati anche per l’accoglienza più esigente. Non è stato semplice partire, perché l’ospitalità chiama in causa anzitutto una cultura, quella appunto dell’apertura agli altri, che sulle terre alte non è scontata».


Ma ieri, sui volti dei diretti interessati, la soddisfazione era evidente perché sono arrivati turisti da tutta Italia, ed anche da numerosi Paesi esteri. Il richiamo delle Dolomiti “Patrimonio dell’Umanità” è indubbiamente marcato dalle Americhe all’Asia, perché stimola a fare esperienze fra le montagne più belle al mondo e dal contesto naturale salvaguardato. Ed ecco, appunto, la prima preoccupazione anche di Cibiana: «Custodire la valle senza nulla manomettere, ma al tempo stesso evolvendo il patrimonio verso la più sobria godibilità». Dal sindaco Furlanis al progettista Zinato, passando per gli altri collaboratori, l’impegno non è solo quello di garantire un alloggio ai possibili villeggianti, ma rendere questi ultimi partecipi di quanto di meglio possono trovare ai piedi del Sassolungo cadorino; dai murales, più di 50, al Museo fra le nuvole, sul monte Rite, alla seconda sala museale di Reinhold Messner in località Masariè, al museo del ferro e delle chiavi. Per non parlare delle aziende orticole che stanno nascendo e delle imprese artigianali per le produzioni più caratteristiche, come quella dei “scarpet”. I responsabili dell’associazione hanno convenuto, nella riunione di ieri, che è necessario perfezionare un programma che coniughi appunto l’ospitalità nelle case con l’opportunità di visitare luoghi d’arte, di praticare lo sport e in particolare di assaggiare la gustosa cucina locale.


«La normativa sull’ospitalità diffusa ha bisogno di qualche ritocco in Regione», conferma Zinato, « speriamo di arrivarci nei prossimi mesi, in modo da superare le difficoltà di collocazione degli alloggi che in parte ancora abbiamo» .


Per l’architetto Zinato, infatti, non va trascurato il fatto che la valorizzazione del patrimonio immobiliare è un obiettivo indiretto, ancorché strategico, di questo nuovo modo di fare turismo.
(f.d.m.)


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