Ospitalità diffusa San Tomaso avanti ma senza residenti

SAN TOMASO. Anche a San Tomaso nascerà l’ospitalità diffusa, ma i residenti snobbano l’iniziativa del Comune. Così come a Laste (Rocca Pietore) anche a San Tomaso lunedì era il giorno di chiusura del bando che metteva a disposizione 510 mila euro (fondi dei Comuni di confine per la valorizzazione turistica dell’Alto Cordevole) per la sistemazione di strutture per l’ospitalità turistica.
Le richieste ci sono state, ma non da parte della gente locale e ciò ha amareggiato non poco il sindaco del paese, Moreno De Val. «Ci sono quattro domande per la ristrutturazione di altrettante strutture», spiega De Val «una è un fienile a Celat in centro, una è un appartamento su una casa a Pecol, un’altra è un appartamento a Col Zarasé e un altro a La Costa-Avoscan. A queste se ne aggiungeranno altre tre che di fatto sono già pronte: una a Tocol e l’altra a Col Zarasé. Ci manca la zona alta, ma il resto del comune sarà coperto».
A tali punti di ospitalità, il Comune unirà quelli dell’ex albergo (attuale pizzeria) che fungerà da struttura per la somministrazione e ristorazione dell’ospitalità diffusa. «Con la primavera», spiega De Val «acquisiremo la proprietà di una parte dell’albergo attraverso una permuta. Lì verrà fatto anche un ristorante e capiremo come si potranno sfruttare le otto camere al piano di sopra. Insomma: tra quelli messi a disposizione dai privati e quelli del Comune nascerà una quarantina di posti letto».
Un risultato che, se concretizzato (il Comune ha 60 giorni per analizzare le domande e per fare la graduatoria, quindi il privato avrà 600 giorni di tempo per realizzare il progetto), rappresenterà un valore aggiunto per il piccolo comune agordino che negli anni si è dotato e si sta dotando di varie infrastrutture e attrattive turistiche. La buona notizia, tuttavia, è “sporcata” dal fatto che fra coloro che hanno presentato le domande in municipio non c’è nemmeno un residente a San Tomaso.
«Non posso essere totalmente soddisfatto», dichiara infatti De Val «nessun residente ha partecipato al bando. Ci sono solo persone che un tempo abitavano qui e poi si sono spostate e che hanno ereditato la casa e altra gente da fuori. Benissimo, ma mi dispiace molto che nessuno del posto si sia messo in gioco. D’altronde è vero che dopo la primissima riunione alla quale c’era tanta gente, l’interesse è via via scemato. Non riesco a capire. Si dice che non c’è mai niente e non si fa mai niente e poi quando ci sono delle opportunità non si colgono. I residenti di Laste hanno dimostrato molta più intraprendenza (a Rocca le domande in tutto sono state una 30ina, ndr). Mi auguro, comunque, che in futuro la mia gente ci ripensi e, autonomamente, sistemi i tanti appartamenti sfitti che ci sono sul territorio. Lo dico perché credo che le prospettive turistiche per il nostro paese siano buone. All’interno dell’ospitalità diffusa c’è posto per una serie di portatori di interesse. Finché ci sarò io nessuno sarà lasciato solo e assieme faremo il meglio per coccolare i nostri turisti».
Gianni Santomaso
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