Osteoporosi malattia in aumento gazebo in piazza

BELLUNO. In aumento i bellunesi colpiti dall’osteoporosi, una malattia che rende porose le ossa e quindi fragili in caso di caduta. E proprio in seguito ad eventi traumatici il soggetto può incorrere...

BELLUNO. In aumento i bellunesi colpiti dall’osteoporosi, una malattia che rende porose le ossa e quindi fragili in caso di caduta. E proprio in seguito ad eventi traumatici il soggetto può incorrere in patologie invalidanti che ne minano la sua autosufficienza.

Sono attualmente circa 1.500 i pazienti che ogni anno vengono seguiti dall’ambulatorio di osteoporosi costituito qualche anno fa nel reparto di geriatria del San Martino di Belluno, guidato dal dottor Gianfranco Conati (che ha il bollino rosa dato dall’Osservatorio nazionale donne), ma si stima siano circa 5000 le persone affette da questo problema. «E il dato è in crescita con l’aumentare dell’età di vita delle persone», precisa il primario che aggiunge: «L’osteoporosi è una patologia che colpisce soprattutto le donne in età di menopausa: una ogni tre dai 60 ai 70 anni e una ogni due dai 70 anni in su, ma che non risparmia nemmeno gli uomini. Il 15% degli over 70 sono colpiti da osteoporosi».

Per questo è importante la prevenzione che parte fin da giovani da un sano stile di vita vale a dire corretta alimentazione, da una frequente attività fisica magari all’aria aperta e niente fumo. E per informare la popolazione su cosa sia l’osteoporosi e come si previene e si cura domani mattina in piazza dei Martiri a Belluno i medici del reparto di geriatria saranno a disposizione della popolazione. «La gente deve conoscere non solo cosa sia la malattia, ma anche quali siano gli effetti che possono essere causati. C’è il rischio appunto di fratture soprattutto all’osso sacro e al femore che possono creare disabilità, impedendo a questi soggetti di continuare a vivere in modo autosufficiente», spiega Conati il quale ricorda come per misurare il livello di osteoporosi del singolo sia sufficiente sottoporsi ad un semplice esame denominato densitometria ossea. «Da questo si può capire lo stadio di avanzamento della malattia e quindi prescrivere al paziente la terapia adeguata per controllarla».

Paola Dall’Anese

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