Ostetricia, la nuova unità sarà pronta entro l’estate

Ventiquattro posti letto dove predominerà il colore, ogni area sarà ben divisa Il primario Lo Re: «I parti a Belluno sono aumentati, ma calano nel Cadore»
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Entro l’inizio dell’estate sarà pronto il nuovo reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale San Martino di Belluno. Si tratterà di un ambiente al passo coi tempi e soprattutto al passo con l’aumentata attività dell’unità operativa. «La copertura sarà con fotovoltaico», precisa il primario Antonino Lo Re che nelle settimane scorse ha scelto l’arredo del suo nuovo reparto. «Predomineranno i colori: ogni stanza sarà caratterizzata da un colore e tutto il mobilio interno farà pendant. Ci saranno 12 letti per l’ostetricia e altrettanti per la ginecologia, e le diverse aree saranno tra loro divise», prosegue. «Ci sarà un’ala per le degenze con camere con uno o due letti corredate da servizi igienici con doccia, poi ci saranno due sale operatorie per gli interventi programmati e una per le urgenze. Sono state ricavate tre stanze per il travaglio e parto naturale che avranno gli stessi colori di quelle attuali, vale a dire la stanza mare, kiwi e girasole». Per la prima volta ci sarà anche la vasca per il parto. «Si tratta di un’alternativa che daremo alle pazienti che la potranno fare se risponderanno a determinati requisiti», sottolinea Lo Re che aggiunge: «Dovrà essere un percorso fortemente condiviso anche dalle ostetriche ed eventualmente anche dal pediatra per l’assistenza alla nascita in acqua del nascituro».

Nella parte nord dell’edificio saranno localizzati gli ambulatori: chirurgici per l’isteroscopia, ecografici e divisionali, e in quest’ala saranno realizzati anche gli studi dei medici. In tutto ci saranno 10 locali. «Il trasloco, che inevitabilmente creerà qualche disagio, speriamo non ai pazienti», dice ancora il direttore, «sarà l’occasione per cambiare qualche apparecchiatura vetusta».

L’attività a Belluno. Cresce l’attività del reparto. Nel 2014 sono stati eseguiti 602 parti per un totale di 624 nati di cui 12 gemelli. «Un aumento di questi ultimi casi è dovuto anche all’incremento dei trattamenti per la fertilità e le inseminazioni artificiali», precisa Lo Re.

Dei 602 parti, il 24% è stato eseguito con un taglio cesareo contro il 26% del 2013 e di questi soltanto il 13% è stato eseguito su travagli, cioè su parti che dovevano essere naturali, ma che poi per diversi motivi si sono trasformati in parti chirurgici. «È un dato importante che va nella direzione segnata dalla Regione che prevede che i parti cesarei siano al di sotto del 20%».

A Pieve di Cadore. Sorpresa anche per i tagli cesarei eseguiti a Pieve di Cadore: dal 50% di qualche anno fa, «siamo riusciti a scendere nel 2014 al 30%», chiarisce il dirigente medico. Ma questo non toglie che sono diminuite le nascite nel Cadore. «Nel 2014 sono nati 100 bambini, meno dell’anno precedente. Ma sicuramente è un dato positivo se si pensa che sono stati azzerati i trasferimenti in emergenza a Belluno. Infatti, i parti particolari li abbiamo dislocati al San Martino in via programmata, elevando così il tasso di efficienza nel Cadore. E questo grazie anche all’alternanza delle figure mediche tra i due nosocomi. Purtroppo», conclude Lo Re, «questo dato non è incoraggiante se si considera che in parte è dettato dal fatto che negli ultimi tempi la popolazione del Cadore si è ridotta di molto nelle fasce tra i 15 e i 34 anni, le età più fertili».

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