In piazza Mercato a Belluno riapre l’ottica Bottegal: ritorno alle origini dopo 24 anni

Non solo occhiali ma anche telescopi e una nuova sala per incontri culturali: «La nostra famiglia aprì qui l’attività nel 1917. Nel 2000 lasciammo ai grandi gruppi, ora torniamo»

Paola Dall'Anese
Danilo Ianese e Mirella Picucci nell'ottica Bottegal in piazza Mercato a Belluno
Danilo Ianese e Mirella Picucci nell'ottica Bottegal in piazza Mercato a Belluno

Dopo ventiquattro anni di assenza torna nel negozio in piazza del Mercato – da dove partì l’avventura della famiglia nel 1917 – l’ottica Bottegal. Il negozio ha riaperto sabato: «L’intenzione era di partire prima, ma poi con i lavori siamo andati un po’ lunghi», precisa Mirella Picucci, moglie di Claudio De Bona Bottegal.

Il negozio fu aperto nel lontano 1917 dai Bottegal, famiglia di ottici con una passione non solo per gli occhiali ma anche per i telescopi. L’attività è stata gestita fino al 2000, poi i locali sono stati dati in affitto a delle multinazionali. I grandi gruppi hanno gestito il negozio fino a due anni fa. Da allora i Bottegal, che sono titolari di un negozio al centro commerciale Veneggia, hanno pensato il da farsi. Poi hanno preso la decisione: «Torniamo in centro a Belluno».

Il negozio presenta diverse sale: la prima dedicata agli occhiali, una seconda dove ci sono i telescopi, una terza dove si eseguono le visite e un’altra ancora dove, nell’intenzione dei Bottegal, si svolgeranno degli incontri culturali, «una sorta di sala pubblica, aperta alla cittadinanza», dice Picucci. «Siamo tornati in città, siamo tornati alle origini, speriamo che anche le festività possano fare da traino».

Sono cinque le generazioni di ottici della famiglia Bottegal che si sono succedute nella nostra città di Belluno. «Il capostipite fu Antonio, classe 1858, di professione venditore ambulante», racconta Claudio De Bona Bottegal, «con propensione a commercializzare soprattutto occhiali e cannocchiali. All’epoca non si utilizzava il nome ottico, i mie antenati venivano chiamati “occhialai”» .

Antonio cominciò a fare di mestiere il venditore ambulante fino al 1870. «Girava con un carrozzone contenente la merce da vendere e che usava anche come abitazione. Era trainato da un cavallo, che permetteva gli spostamenti da un paese all’altro, dove c’erano fiere e mercati. Aveva lasciato il suo paese, Lamon, pieno di entusiasmo e buona volontà. Si sposò con Anna, conosciuta a Treviso e, a fine ’800, ed ebbe quattro figli: Angelo, Silvio, Mario e Adriano, tutti nati in paesi diversi, dove si trovava con la moglie a partecipare a qualche mercato».

Soltanto Mario seguì la professione del padre. «Adriano, in famiglia chiamato Neno, volle fare anche lui il commerciante ma la voglia di lavorare era poca e, giunto il momento, lasciò fare a suo figlio Giuseppe, che aveva maggior talento commerciale», continua ancora il suo racconto Bottegal. «Egli visse a Treviso dove, tuttora operano i suoi nipoti».

Mario, classe 1896 si sposò molto giovane; militare durante la Prima guerra mondiale, durante la ritirata di Caporetto fu, con il suo reparto, per alcuni giorni a Belluno, dove trovò il tempo di comprare un negozio e prima di partire lo lasciò da custodire alla moglie. Dopo il conflitto ebbero due figli: la prima Anna, classe 1920 e, successivamente nel 1923 Antonio. Dopo un paio d’anni Mario rimase vedovo e nel 1930 sposò Luigia Nordio, conosciuta come Gigetta e così chiamata da tutti. Ebbero un figlio, che chiamarono Angelo.

La sfortuna perseguitò Mario, che perse i due figli maschi a distanza di un anno uno dall’altro. Rimase solo Anna, che divenne madre di Mario ed Ezio, che continuarono nel solco tracciato dai loro avi. Tennero e ampliarono il negozio in Belluno in piazza del Mercato (conosciuta come piazza delle Erbe) per oltre cinquant’anni.

È storia di oggi: dopo aver ceduto l’attività per raggiunti limiti d’età, oggi la famiglia Bottegal, ottici da cinque generazioni, è tornata, per volere di Claudio e di sua moglie Mirella, nella sua sede naturale di piazza del Mercato. E ora si inizierà a scrivere una nuova pagina della storia di questa famiglia. —

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