Otto imprenditori insospettabili coinvolti in inchiesta su presunta maxi-evasione fiscale
BELLUNO
Dall’Alpago a Fonzaso, passando per Belluno e la Valbelluna. Sono sparse a macchia di leopardo, in tutto il territorio della provincia di Belluno, le insospettabili aziende coinvolte nell’inchiesta sulla presunta maxi-evasione fiscale, contestata dalla procura della Repubblica di Belluno, ad otto imprenditori. Sei di loro sono stati rinviati a giudizio e per loro il processo inizierà il 28 febbraio. Mentre altri due hanno ottenuto di essere giudicati in rito abbreviato.
L'inchiesta è scattata da una segnalazione sulla presunta attività illecita di tre aziende con sede legale a Milano, la Siderpiani srl, la Spm spa e la Fer.Com.Metalli srl. Le ditte meneghine, impegnate nel campo siderurgico e metallurgico, secondo la procura, erano specializzate nell'emissione di fatture per operazioni inesistenti. Non a caso, in base alle contestazioni, le ditte in questione sarebbero state "del tutto prive di struttura operativa e non effettivamente operanti". Secondo i militari delle Fiamme Gialle, la presunta maxi-frode fiscale sarebbe stata messa in atto con un sistema molto semplice. Le ditte milanesi si occupavano di emettere a favore delle aziende bellunesi le fatture false per forniture di acciaio per importi che variavano da alcune decine fino a diverse centinaia di migliaia di euro. Il beneficio, chiaramente, per le ditte bellunesi sarebbe consistito nell'andare in credito di Iva nei confronti dello Stato e quindi evadere il fisco. Il periodo d'imposta preso in considerazione dagli uomini delle Fiamme Gialle va dal 2003 al 2008. Tutte accuse che gli insospettabili imprenditori bellunesi respingono con fermezza.
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