Padrin: «I miei vicini islamici non hanno mai dato problemi»

LONGARONE. Nessuna preoccupazione. Ma antenne sempre alte. A Longarone, ha vissuto Ismar Mesinovic, l’imbianchino bosniaco che è andato a morire in combattimento in Siria, portandosi il figlio e...

LONGARONE. Nessuna preoccupazione. Ma antenne sempre alte. A Longarone, ha vissuto Ismar Mesinovic, l’imbianchino bosniaco che è andato a morire in combattimento in Siria, portandosi il figlio e lasciando a Ponte nelle Alpi la moglie. Era o è ancora domiciliato l’italiano convertito all’Islam, Pierangelo Adbessalam Pierobon, che ha detto di vivere serenamente la propria nuova fede religiosa e vive il presidente dell’associazione culturale islamica Assalam-Pace, Hassan Lambarki. Il sindaco Roberto Padrin non ha mai avuto problemi con i musulmani: «Non mi sono quasi accorto di averli come concittadini, segno che si sono comportati bene e non hanno provocato allarmi. Nel nostro paese, c’è una totale tolleranza, tanto più che questa è spesso gente che lavora, ha una famiglia e manda i propri figli nelle scuole pubbliche».

La collaborazione con le forze di polizia non manca e serve anche a rassicurare la popolazione: «Siamo sempre in stretto contatto con polizia e carabinieri, pronti a segnalare eventuali comportamenti che possano creare preoccupazione. Nessuno di noi avrebbe mai sospettato che Mesinovic sarebbe partito per la Siria e non sarebbe più tornato. Non lo conoscevo, ma nessuno ci aveva mai segnalato qualcosa di sospetto. Gli altri fanno tutti la loro vita, che comprende anche la preghiera al centro culturale Assalam di Ponte nelle Alpi o in altre moschee».

Ieri mattina alcuni ragazzi dell’associazione islamica erano in piazza dei Martiri a distribuire materiale, nel quale è spiegato in italiano che i musulmani della porta accanto sono, nella maggior parte delle occasioni, brava gente». (g.s.)

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