Padrin: ripartiamo da Mig e piste di sci. C’è un territorio da riprogrammare
BELLUNO
Il territorio devastato dall’uragano riparte da due suoi tradizionali capisaldi economici, la mostra internazionale del Gelato a Longarone (da domenica a mercoledì 5) e la stagione invernale dello sci.
«La Mig è in effetti il primo grande evento internazionale e deve diventare il punto di partenza della ripresa, con la sua rilevanza nazionale e internazionale», esordisce il sindaco di Longarone e presidente della Provincia Roberto Padrin, con cui facciamo il punto ad un mese esatto dall’alluvione.
Alla Mig domenica, giorno dell’inaugurazione alla presenza di Zaia, si toccherà con mano ancora una volta il valore della solidarietà che sta arrivando da tutta Italia ma non solo per queste terre martoriate. «Molte aziende che partecipano alla Mig hanno anticipato la volontà di dare un segnale concreto di solidarietà. E poi c’è l’iniziativa di una azienda di San Vendemiano, Menegon Arredamenti, che in collaborazione con le Regole di San Pietro, la protezione civile dell’Ana e la Provincia, ha voluto allestire il proprio stand alla Mig con i tronchi recuperati dagli schianti in Val Visdende».
la stagione dello sci
L’altro grande risultato di questo mese di lavoro è l’inizio, già da oggi, della stagione dello sci. «Per fortuna gli impianti di risalita non hanno riportato grossi danni e si può partire bene con la stagione invernale». Magari non farebbero male un po’ di neve naturale e le temperature giuste per fare quella artificiale.
«Questo uragano ha ancora una volta - fa il punto Padrin - portato alla luce tutta la fragilità del nostro territorio. Un problema che conosciamo bene e per fortuna, soprattutto negli ultimi dieci anni, ci sono stati importanti lavori di messa in sicurezza idrogeologica, anche da parte della Regione, che hanno sicuramente limitato l’impatto sulla vita umana in questo frangente».
GLI INTERVENTI DA FARE
Ma quello che è accaduto impone ora grandi interventi: ci sono versanti che presentano situazioni di pericolo, a causa delle frane e della caduta degli alberi, ci sono ancora strade da sistemare, acquedotti su cui lavorare, tracciati silvo pastorali da liberare dai tronchi e tanto altro ancora. Ma il lavoro fatto, aggiunge Padrin, è stato davvero tanto.
«L’impegno dei sindaci è stato enorme, ma tutti hanno lavorato bene: penso ai gestori dei servizi, come Veneto Strade, Anas, Bim, le compagnie della telefonia, Enel e Terna. E spendo una parola anche per il personale della Provincia, impegnato in tutti i settori, che ha dato davvero tanto e che devo davvero ringraziare».
La Provincia, appunto. In questi giorni con i suoi tecnici e assessori si sta facendo il punto dei danni e degli interventi da fare: competenza dell’ente di Palazzo Piloni è la difesa idrogeologica. Quindi l’assessore Massimo Bortoluzzi e il dirigente Pierantonio Zanchetta stanno facendo una ricognizione sia sulle frane vecchie e nuove che sui costi per la loro sistemazione.
«Come Provincia abbiamo stanziato un milione e mezzo e altri 4 sono stati dati alle Unioni montane, grazie allo sblocco dell’avanzo».
Padrin ricorda che sono stati investiti da parte di Veneto Strade ben 18 milioni per gli interventi di somma urgenza sulle strade. Si è lavorato tanto sulla viabilità, al punto che oggi alle 12 verrà riaperta la provinciale 49 tra Misurina e Carbonin: dopo essere riusciti a riempire la voragine, è stata tolta anche la seconda frana.
LA PROGRAMMAZIONE
Ma dopo un mese dall’evento è arrivato il tempo di programmare il futuro. Ed il primo ad esserne consapevole è proprio Padrin. La Provincia si sta muovendo tra l’altro sul fronte del recupero e dell’utilizzo del legname, con un ruolo, come è logico, di coordinamento.
«C’è un intero territorio da riprogrammare, è questo il mio obiettivo da portare avanti insieme alla Regione e ai gestori dei servizi. Ci sono investimenti da fare, senza badare a spese, per mettere in sicurezza la provincia e i suoi abitanti. I bellunesi hanno ampiamente pagato dazio, ora occorre ragionare su come intervenire sulle linee elettriche, sulla telefonia, sulle strade. Serve definire una strategia, Belluno potrebbe diventare in questo senso anche una provincia pilota, per soluzioni innovative che consentono di continuare a vivere in montagna».
La lunga sfilata dei politici nazionali non è una semplice passerella, secondo Padrin: «Hanno visto con i loro occhi quello che è accaduto. Meglio così, quando dovranno decidere sui finanziamenti». —
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