Padrin: «Sono dispiaciuto, ma non si sa mai: un giorno gli ultimi saranno i primi»
BELLUNO. Da consigliere più votato a ultimo del listone. Il dato più eclatante di questa elezione del consiglio provinciale è che ne resta fuori il sindaco di Longarone Roberto Padrin. Nel 2014 era stato il più votato, con 9.732 voti ponderati. Quest’anno ne ha presi 5.327. Non bastano per essere riconfermato. In parte ha pesato la fiducia riposta in alcune persone che avevano promesso il voto, ma Padrin ha anche ceduto preferenze a candidati che sembravano in difficoltà (specie a centrosinistra). E che poi sono risultati essere i più votati. È anche vero che Padrin non si è affidato ai partiti, come hanno fatto altri, per perfezionare i conti e verificare di avere i numeri a posto per entrare in Provincia.
Comprensibile la delusione dell’ex vicepresidente: «Sono dispiaciuto, perché in questi due anni, nonostante tutte le difficoltà della Provincia, ho cercato di risolvere alcuni dei problemi che c’erano sul tavolo», spiega, comunque sereno. «Avrei voluto completare il lavoro avviato. Mi sono ricandidato anche per permettere alla Provincia di recuperare il suo ruolo, che le è stato tolto con la legge Delrio. Pazienza, spetterà ad altri lavorare in tal senso».
Padrin aveva deleghe pesanti: trasporti, viabilità. Ha lavorato sul fronte della mobilità, insieme alla Regione, e da qualche mese sono arrivati i nuovi treni chiesti a gran voce dal territorio. Ha imbastito la partita della sistemazione dell’Alemagna in vista dei Mondiali di sci di Cortina del 2021. Ha lavorato per dare nuovo slancio a Dolomitibus. Restano da risolvere alcuni nodi. Veneto strade, su tutti: «Mi auguro si trovi una soluzione», conclude. «Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, c’è in ballo la partita dell’elettrificazione, e mi auguro si concluda a breve almeno per la parte bassa della provincia. Il discorso viabilità sull’Alemagna, invece, è ormai avviato». La soddisfazione per aver vissuto due anni da consigliere provinciale, c’è tutta.
Resta il rammarico per aver perso per strada alcuni voti pesanti che avrebbero potuto fare la differenza. «Ma vediamola anche così: gli ultimi un giorno saranno i primi!», chiosa sorridendo. «Non si sa mai nella vita». (a.f.)
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