Pagano la multa dell’autovelox, ma il Comune di Selva vuole altri 300 euro

Una famiglia bellunese aveva fatto un bonifico nei tempi corretti, ma ci sono voluti sei giorni per la valuta e dopo 3 anni è arrivata la sanzione
Vatrella Codognè autovelox fisso lungo provinciale 44
Vatrella Codognè autovelox fisso lungo provinciale 44

Il caso



Prendere una multa, pagarla, sentirsi dire a distanza di tre anni e mezzo che non sono stati rispettati i tempi per usufruire della riduzione del 30% dell’importo. Dover pagare altri 300 euro, per un conto che alla fine è lievitato fino a quasi 500 euro. Il tutto per aver superato il limite di velocità di 11 chilometri all’ora, in una strada in cui si può viaggiare a 70.

Assume contorni quasi paradossali la disavventura capitata alla famiglia Santesso. Che ha pagato tutto, sia la prima multa che la sanzione, per non rischiare che la seconda fosse mandata all’agente della riscossione. In quel caso l’importo sarebbe salito ulteriormente. Impossibile fare ricorso: la polizia locale di Selva di Cadore, perché in questo territorio si è verificata l’infrazione, ha comunicato alla famiglia che avverso la comunicazione “non è possibile fare ricorso né al Prefetto né al Giudice di pace sia perché il termine per proporlo è scaduto (60-30 giorni dopo la notifica del verbale) sia perché trattasi di avviso a carattere bonario e privo di effetti giuridici”. E considerando che la violazione del codice della strada risale al 2015, i termini per il ricorso sono ampiamente scaduti.

Cosa fa un cittadino rispettoso della legge in una situazione del genere? Paga. E così ha fatto la famiglia. Che però racconta la sua storia, sia per avvertire altri automobilisti che dovessero prendere una multa sia per segnalare un caso che ha dell’incredibile, e che ricorda quello capitato a Diego Riva. A lui la polizia locale di Selva chiedeva di pagare 700 euro per multe prese sempre nel 2015. Per fortuna aveva tenuto le ricevute dei bollettini, regolarmente pagati.

Anche la famiglia Santesso ha tutte le prove dei pagamenti. La multa risale al 26 agosto 2015. Sono le 6.49 quando l’autovelox installato sulla Sp 251, nella zona del Passo Staulanza, rileva il passaggio dell’auto. Viaggia a 86 km/h, detratta la tolleranza di legge si arriva a 81 km/h. Sulla provinciale il limite è di 70. Scatta la multa. Aumentata, perché l’infrazione viene commessa di notte (fra le 22 e le 7 del mattino le multe sono maggiorate di un terzo). Il verbale è di 239,33 euro, ma la legge prevede una riduzione del 30% se si paga entro cinque giorni.

La famiglia riceve la notifica del verbale il 17 ottobre 2015. Paga 171,73 euro il 20 ottobre, come attesta la ricevuta del bonifico bancario. Passano tre anni e mezzo. Il 28 gennaio di quest’anno alla famiglia arriva una lettera dal Comune di Selva, ufficio polizia locale. Recita: mancata riscossione di somme dovute a titolo di sanzioni amministrative. Ultimo avviso prima della formulazione del ruolo esattoriale. È grande la sorpresa: «Non abbiamo mai ricevuto avvisi precedenti a quello», racconta la famiglia. Nella lettera si dice che la multa risulta non correttamente pagata e che i Santesso hanno tempo fino al 31 marzo per pagare la sanzione: 294,94 euro.

«Abbiamo fatto il bonifico il 20 ottobre, a loro risulta pagata il 26», continua la famiglia. «Ed era pure la stessa banca!». Ci sono voluti sei giorni per accreditare i soldi (i 171,73 euro) sul conto corrente del Comune di Selva. «Ma cosa ne potevamo sapere noi, che ci sarebbero voluti così tanti giorni?», si chiedono i Santesso.

La famiglia chiede informazioni, la polizia locale risponde: “La legge dispone che per i pagamenti con bonifici siano considerati tempestivi quelli che presentano (a prescindere dalla data di disposizione) data valuta successiva di due giorni alla data di scadenza”. Chi può sapere quanti giorni impiega una banca a trasmettere un bonifico? «Inoltre, in nessun punto del verbale era scritta questa precisazione. Se c’è scritto che si può pagare con bonifico, dovrebbero quanto meno specificare questo limite temporale», contesta la famiglia. Perplessa anche per il fatto che ci siano voluti ben sei giorni per la valuta. «Alla fine abbiamo pagato anche la sanzione, perché c’è il rischio che finisca a ruolo esattoriale», conclude. «Ma vogliamo avvisare le persone di cosa può succedere e di stare attenti». —



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