«Pagatevi l’Imu con l’indennizzo»
Taibon. Da anni attende i soldi del terreno espropriato per la pista ciclabile
TAIBON . Da oltre otto anni si è visto espropriare un suo terreno per costruire la ciclabile, ma il Comune non gli ha mai saldato l’indennizzo per l’esproprio, mentre invece gli manda con sollecitudine i bollettini per pagare l’Imu su alcuni immobili.
A protestare è Bruno Savio, che all’amministrazione di Taibon propone a questo punto un accordo: il Comune prelevi il dovuto per l’Imu dai soldi che deve ancora dagli.
«Proprio ieri mi sono stati recapitati i modelli per il versamento dell’Imu», scrive Savio al sindaco Silvia Tormen, all’ufficio tecnico comunale e al presidente dell’Unione montana, Fabio Luchetta. «La tassa scade il 16 giugno. Scrivo per proporre uno scambio. Sono passati esattamente 8 anni e 7 mesi da quando, a seguito del decreto di esproprio comunale emesso il 20 ottobre 2008, sono stati occupati dei terreni di mia proprietà per la costruenda pista ciclabile. Il 29 aprile 2014 mi è stato corrisposto un acconto in attesa del frazionamento definitivo e della relativa voltura di proprietà».
«Nonostante numerosi colloqui intercorsi, sia con lei che con il vicesindaco», scrive Savio al primo cittadino Silvia Tormen, «in cui ho sollecitato la definizione dell’esproprio e la chiusura della pratica, tutto giace nel dimenticatoio. Intanto il decreto di esproprio è scaduto, il terreno occupato è ancora intestato a mio nome e pur non potendo usufruirne pago le dovute tasse di possesso».
Savio perciò avanza nero su bianco la sua proposta: «stornare l’importo Imu dalla cifra che il Comune mi deve a saldo dell’indennità d’esproprio e degli interessi maturati sull’indennità di occupazione previsti dalla legge. In caso contrario potrei usufruire della pista ciclabile come parcheggio o per scaricare del legnatico visto che fino a prova contraria il terreno è ancora di mia proprietà…»
Il cittadino di Taibon è comunque amareggiato per la situazione che da tempo lamenta. «Dispiace dover constatare che, come spesso succede, è sempre il cittadino a dover soccombere di fronte al pressapochismo e al disinteresse di chi di dovere e mi spiace ancor più aver destinato il 5 per mille proprio al Comune. Che pena».
«Spero di avere almeno il piacere», auspica Bruno Savio, «di una risposta scritta con delle giustificazioni plausibili»
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