Palasport fermo al palo «Troppi costi energetici»

LONGARONE. Si chiude un 2014 per il comune Longarone che ha portato nuove risorse e benefici economici grazie alla fusione, anche se resta ancora irrisolto il problema del palasport. Le grandi strutture, comprensive anche della piscina, sono chiuse dal 2010 e l'amministrazione non ha ancora trovato un sistema per risolvere il problema gestionale, e l'aspetto energetico che è il nodo critico, dati i consumi insostenibili del metano.
Ad oggi tutto il complesso è fermo: le vasche della piscina sono vuote, così come le altre aree che sono interdette al pubblico e purtroppo qualche mese fa hanno anche subito atti di vandalismo. Così, nonostante le ingenti risorse spese per la ristrutturazione dell'opera nell'amministrazione De Cesero e i progetti sfumati di una centralina che bruci cippato e olio, come proposto dalla giunta Padrin nel 2012, il futuro è ancora incerto. Al momento non esistono specifici piani a riguardo, come affermato dall'assessore ai lavori pubblici Donato D'Incà nel consiglio sul bilancio, a settembre. Un quadro ribadito dal sindaco Roberto Padrin: «Il problema rimane sempre quello: l'impianto energetico. Se non si abbattono quei costi non si potrà mai pensare ad una prospettiva gestionale di tutto l'impianto, come abbiamo sempre detto in questi ultimi anni e dare poi modo di rispondere a tanti enti e società private che in questi anni sono stati interessati al palasport. Questa estate sono stati finalmente installati i pannelli fotovoltaici, grazie alle risorse del fondo Letta. Ma non basta e per questo stiamo aspettando l'esito del bando regionale di qualche mese fa per la realizzazione di uno studio sul miglioramento dell'efficienza energetica, con un progetto di circa 926mila euro già presentato con l'obiettivo, se verrà finanziato, di capire come intervenire per abbattere i costi. I pannelli al momento generano energia che ci darà risorse aggiuntive, anche se non collegate al palasport, visto che è tutto bloccato».
La minoranza ha una diversa analisi della questione: «è ora di pensare ad una progettualità per queste strutture» commenta il capogruppo Francesco Croce «che sono notoriamente sovradimensionate per un bacino di utenza così piccolo come quello longaronese. Per noi, prima della ricerca di un modo per ridurre i consumi del riscaldamento, è necessario un piano di gestione per il lungo periodo con una seria analisi su tutti gli aspetti, per esempio aprendo parti degli impianti. Magari così si valuta se la piscina può funzionare se aperta solo d'estate o se la palestra di roccia è sostenibile se aperta da sola, monitorando i dati. Bene che siano stati installati i pannelli fotovoltaici, come del resto chiedevamo da anni, ma ora c'è bisogno di innovazione, puntando sulla filiera del territorio come il legno e sui bandi europei di sostegno alle opere della pubblica amministrazione. Si devono abbandonare alcuni progetti come quello di due anni fa della centralina ad olio: eravamo fortemente contrari e il tempo ci ha dato ragione, le nostre analisi della sua non fattibilità si sono rivelate corrette. Le potenzialità ci sono e noi siamo pronti a condividere proposte e dare una mano, così come però deve essere coinvolta la popolazione, perché è inutile fare altri investimenti sull'energia se non si sa come usare poi il palasport. Certo è sconfortante sapere che l'amministrazione non ha idee sul futuro. Visto che oggi spendiamo circa 45mila euro l'anno per mantenere una struttura chiusa bisogna fare presto a risolvere questo problema».
Enrico De Col
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