Palazzina “svenduta”, paga il direttivo del Carenzoni
FELTRE. Saranno i membri del direttivo del Carenzoni Monego a pagare, di tasca loro, 145 mila euro per “ripagare” l’ente benefico in cui prestano volontariato del mancato guadagno legato alla “svendita” dell’ex farmacia Ricci di Largo Castaldi.
Non ci sono né dolo né colpa grave da parte del direttivo, ma il procuratore della Corte dei Conti, che ha incontrato mercoledì il presidente Renato Beino, ha confermato il danno erariale cagionato dall’operazione decisa dal consiglio dell’Ipab, composto da sei consiglieri e il presidente. Così, sia pure con uno “sconto”, la somma che i consiglieri saranno chiamati a ripagare all’ente dovrebbe aggirarsi sui 145 mila euro lordi, cioè con tutte le spese aggiuntive.
Questo è quanto riferisce il presidente Beino, reduce dal colloquio a Venezia, che aspetta ora la citazione ufficiale da parte della Corte dei Conti. La magistratura speciale all’inizio di quest’anno ha acquisito il fascicolo dalla Regione che aveva ravvisato delle incongruenze sull’atto di compravendita dell’immobile.
«È andata meglio di quanto temevamo», anticipa Beino. «Il procuratore che ci ha accolti ha compreso la situazione per cui siamo stati costretti a svendere l’edificio dell’ente. Ma a conti fatti, anche se ci sono stati prospettati degli abbattimenti dei costi che potremo quantificare solo quando avremo in mano la citazione, il consiglio direttivo del Carenzoni dovrà sborsare quantomeno la differenza fra il prezzo di partenza dell’edificio, stimato a 390 mila euro, e quello per cui è stato venduto, ossia 260 mila euro. Entro un mese ci dovrebbero far pervenire l’atto».
Sulla vendita della palazzina di largo Castaldi, la Regione aveva messo il naso a metà anno scorso. A nulla erano valse le giustificazioni: l’istituto Carenzoni ha più volte spiegato alla commissione regionale che dopo due aste pubbliche andate deserte aveva urgenza di vendere l’immobile. E questo non è avvenuto fuori dalle regole.
Si è andati a trattativa privata, il ribasso è stato considerevole. L’edificio era stato messo all’asta per 390 mila euro e venduto a 260 mila euro. E c’erano due concorrenti, come aveva già avuto modo di spiegare il vertice del consiglio direttivo. Ma i tempi dilazionati per l’operazione hanno fatto desistere uno dei due interessati che ha fatto altre scelte e ha investito altrove.
L’ex farmacia Ricci di largo Castaldi è così “tornata” all’omonimo farmacista che si è aggiudicato 250 metri quadrati circa, distribuiti fra seminterrato e sottotetto passando per il piano commerciale e il piano nobile. Come già avevano avuto modo di dire e scrivere alla Regione, i componenti del consiglio direttivo, quei soldi servivano urgentemente per pagare la ditta Mubre, quella che ha ristrutturato e riconsegnato Casa Coletti.
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