Palazzo Crepadona progetto da rifare ma c’è poco tempo per spedirlo a Roma

Domani scadono i termini per l’invio degli esecutivi e non è arrivata alcuna risposta alla richiesta di proroga

belluno

Una corsa contro il tempo. Cercando di scavalcare gli ostacoli. Domani scade il termine per presentare i progetti esecutivi per gli interventi di rigenerazione urbana proposti dal Comune. Ma tre progetti sono in ritardo: alla chiesa dei Gesuiti la Soprintendenza ha chiesto di fare degli scavi archeologici per verificare cosa c’è sotto la pavimentazione, per le Gabelli mancano alcuni pareri e per la Crepadona, candidata a diventare la nuova mediateca delle Dolomiti, va rifatto il progetto. La Soprintendenza ha infatti chiesto al Comune, in sede di conferenza dei servizi, di modificare la parte che riguarda il chiostro.



L’idea dei progettisti, condivisa dal Comune, è di coprire il chiostro con un tetto trasparente, per ricavare uno spazio adeguato ad ospitare manifestazioni e iniziative senza l’incubo del maltempo. In una città come Belluno, dettaglio da non sottovalutare.

I progettisti avevano previsto di sorreggere la copertura con un unico sostegno centrale, che era stato denominato “l’albero della cultura”, la Soprintendenza ha chiesto che i sostegni siano quattro. Significa modificare in maniera sostanziale il progetto, che prevede la trasformazione della Crepadona nella mediateca delle Dolomiti. Con nuove sale lettura, libri esposti nelle scaffalature, l’eliminazione del Cubo di Botta per riscoprire il vecchio e bellissimo chiostro, l’allestimento di un caffè nel quale gli utenti della biblioteca possano rilassarsi fra una lettura e l’altra. Un luogo moderno, funzionale, uno spazio di incontro per la città e per i suoi abitanti.

Cambiare il progetto richiede tempo. Che non c’è. E serve tempo anche per completare le indagini archeologiche alla chiesa dei Gesuiti. E per avere i pareri mancanti per riqualificare le vecchie Gabelli.



Il Comune aveva chiesto una proroga al gruppo di monitoraggio attivato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, per avere più tempo per elaborare i progetti esecutivi. «Mezza Italia è nelle nostre stesse condizioni, anche perché il codice degli appalti prevede dei tempi ben precisi per affidare gli incarichi di progettazione», spiega il sindaco, Jacopo Massaro. «Probabilmente il cambio di governo ha rallentato tutto».



Il Comune ha inoltrato la domanda di proroga nei tempi corretti (sessanta giorni prima della scadenza dei termini per l’invio dei progetti esecutivi), ma non ha ancora ricevuto risposta. E il termine scade domani. «Stiamo lavorando per essere pronti, ma tre progetti sono un po’ in ritardo rispetto agli altri», ammette Massaro. «Siamo abbastanza fiduciosi che non ci saranno problemi, visto che molti Comuni sono nelle nostre stesse condizioni e hanno chiesto una proroga, ma stiamo correndo per cercare di fare comunque il possibile».

A Palazzo Rosso da giorni si susseguono le riunioni. Lunghe, intense. Più che una corsa ad ostacoli, questa gara è diventata una maratona. —





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