Palazzo Fulcis, dieci giorni da record per il nuovo museo
BELLUNO. Dieci giorni da record a Palazzo Fulcis: alla chiusura ieri sera, si è raggiunta quota 10.500 visitatori che aggiunti al migliaio dell’inaugurazione porta il numero a 11.500. Anche i cataloghi sono andati a ruba e le nuove ristampe arriveranno domani. Finiti ieri gli ingressi gratuiti, inizia ora la vera sfida per il nuovo museo civico. Una sfida che l’assessore alla cultura, Claudia Alpago Novello ha deciso di cogliere, almeno per i mesi che restano prima della conclusione del mandato legislativo. E proprio in quest’ottica, il bilancio del successo del Fulcis diventa un bilancio sui cinque anni di attività della giunta Massaro.
Assessore, ne abbiamo parlato per tanti giorni, ora finalmente possiamo fare il bilancio dei primi dieci giorni di Palazzo Fulcis. Com’è andata?
«Sono stati 10 giorni entusiasmanti. Non solo per noi dell’amministrazione comunale e di quanti hanno lavorato a questo progetto, ma per l’intera città. Da ogni parte abbiamo raccolto soltanto giudizi positivi ed entusiastici. Da domani lavoreremo su più fronti a cominciare dalla didattica: dal 20 febbraio fino ad aprile abbiamo già le prenotazioni di molte scuole, poi c’è il calendario dei concerti e degli incontri a palazzo. E qualcuno ha già iniziato a chiederci la possibilità di avere in affitto il salone per altre iniziative. A questo punto di carne al fuoco ce n’è, dovremo pensare anche ad un tariffario per queste cose».
Ora però inizia la sfida vera, cioè mantenere questo entusiasmo e questi numeri a lungo. Ce la faremo?
«Palazzo Fulcis non è soltanto l’inizio di un cammino, ma anche l’arrivo di un percorso importante che questa amministrazione ha voluto portare avanti. Un percorso che ha raggiunto il culmine con il restauro e l’apertura del museo civico ma che si inserisce in un rinnovato clima culturale che abbiamo cercato di creare in questi anni. Abbiamo lavorato, infatti, affinché la cultura diventasse un fatto quotidiano. Cultura che non è soltanto quella dei musei, dei grandi eventi, che lasciano spesso il vuoto dietro di loro, ma è quella che si respira ogni giorno per la città. All’inizio molti hanno criticato il fatto che facevamo troppi piccoli eventi, ma questi hanno contribuito ad accrescere il senso di appartenenza ad una comunità, ad un territorio».
La consigliera Visalli, in un’intervista sul nostro quotidiano, ha parlato del desiderio di un’atmosfera creativa che coinvolga tutto il territorio, di una cultura “popolare”, portando a riferimento la mostra del Tiziano del 2007. Lei cosa ne pensa?
«Abbiamo sempre cercato di far partecipare la popolazione agli eventi. Ricordiamo le Officine della cultura, momento straordinario di partecipazione, o la rassegna “Il gusto dell’altro” che è condivisione di canti e cibo anch’essi quindi cultura. E poi ci sono le manifestazioni tipo “Ferragosto e dintorni” che hanno riscosso molta partecipazione. E i giovani sono sempre stati presenti e tanti. Non possiamo dimenticare il teatro che in questi anni è diventato il fulcro della cultura, in quanto luogo di incontro, di scambio, con le sue stagioni diverse. E questa non è campagna elettorale. Se siamo arrivati al Fulcis è perché a monte è stato fatto un lavoro importante».
Un lavoro che punta quindi a una cultura diffusa?
«La nostra esperienza va in direzione opposta al grande evento, e condivido con Visalli il fatto che la cultura debba essere diffusa, partecipata, identitaria, che guarda lontano, oltre al paesotto in cui si vive. Abbiamo iniziato un percorso che mira a cambiare anche la mentalità delle persone nei riguardi della cultura».
Visalli auspica un maggior coinvolgimento delle attività produttive, una loro partecipazione, cosa che non si è vista molto per il Fulcis.
«I commercianti devono rendersi conto che la cultura fa da traino al turismo. Rispetto alla mostra del Tiziano, questa volta c’è stata una partecipazione volontaria e gratuita del commercio alle varie iniziative. Se domenica scorsa molte attività sono rimaste chiuse, qualcuno si è accorto di aver sbagliato. Qui bisogna collaborare non per un tornaconto immediato, ma per creare una partnership. E su questo sto già ricevendo delle proposte per sponsorizzare degli eventi che si colleghino più al palazzo che resta che alla mostra che fra un po’ terminerà».
Intanto la Fondazione Cariverona lavora alla messa in rete dei musei.
«Belluno, Feltre e Pieve di Cadore stanno costituendo un gruppo di lavoro. È allo studio un progetto per la messa in rete dei musei, ma non è facile nè immediato questo obiettivo, perché necessita di un cambio di mentalità, al di là dei campanili».
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