Palazzo Fulcis, ora si riapre la trattativa per il Camerino Ricci
BELLUNO. «Noi amiamo le opere complete, non quelle interrotte». Poche parole, ma dense di significato, quelle del presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco. Perché nella giornata in cui è stato inaugurato il nuovo Museo Fulcis, non si può dimenticare c’è una parte del palazzo che la Fondazione non ha ancora acquisito. Il Camerino Ricci. «Sappiamo bene che c’è», ha sorriso Mazzucco. «Il sindaco sa che ci stiamo pensando e bisogna riprendere il ragionamento».
Ieri durante la visita a Palazzo Fulcis c’è stato anche un breve incontro tra il presidente della Fondazione Cariverona e un rappresentante della famiglia proprietaria del Camerino Ricci. La famiglia ha rinnovato la propria disponibilità alla trattativa per la cessione delle preziose stanze, trattativa che si era interrotta bruscamente negli anni scorsi e il presidente ha manifestato il proprio interesse: «Ci vediamo presto», ha detto Mazzucco, con una stretta di mano.
Nel chiostro, al termine della visita con il conservatore Ton, il presidente ha manifestato tutta la sua soddisfazione per il risultato ottenuto con il recupero del palazzo. La Fondazione Cariverona ha investito 13 milioni di euro nell’operazione Fulcis, ci ha creduto e ha permesso alla città di riappropriarsi di un edificio di enorme pregio. «Abbiamo sostenuto i costi che era necessario sostenere», ha spiegato. «È stato fatto tutto con grande qualità».
I soldi sono stati spesi per un progetto valido che ha portato un risultato eccellente. Nell’ultimo consiglio di amministrazione della Fondazione Cariverona è stato posto l’accento sulla necessità di cambiare le modalità di erogazione dei fondi. La sollecitazione è arrivata dal consigliere bellunese in Fondazione, Renzo Poloni: le risorse dovrebbero essere stanziate sulla base di progetti, valutandone il valore, e non più sulla base di consuetudini storicizzate o, peggio, distribuite a pioggia. Anche perché, lo ha evidenziato lo stesso presidente, anche per le Fondazioni bancarie sono anni di crisi e i soldi non sono più quelli di un tempo.
Ciò nonostante, la Fondazione ha dimostrato di credere nel progetto Fulcis e ha garantito al Comune un supporto per la fase di avvio. «Ma è solo un sostegno iniziale. Poi la gestione dovrà essere del territorio». Fra tre anni il Comune dovrà essere autosufficiente. Il messaggio è chiaro.
Mazzucco ha visitato più volte il Fulcis nella fase del restauro e dell’allestimento. Ma camminare sui pavimenti originali, ammirare gli stucchi e le opere dei grandi pittori bellunesi, ieri, ha avuto un sapore diverso. La sezione che l’ha colpito di più si trova al termine del percorso espositivo: «Adoro Sebastiano Ricci e le tre tele collocate al terzo piano sono una meraviglia. Vale la pena visitare il museo anche solo per questo».
Alessia Forzin
Irene Aliprandi
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