Palazzo Piloni: «Seguiamo le indicazioni dell’Ispra»

BELLUNO. Il caso “caccia alla volpe” è scoppiato a Mel ma in realtà riguarda un fenomeno ben più esteso e tradizionalmente radicato nella parte bassa della provincia di Belluno. Quest’anno la caccia...

BELLUNO. Il caso “caccia alla volpe” è scoppiato a Mel ma in realtà riguarda un fenomeno ben più esteso e tradizionalmente radicato nella parte bassa della provincia di Belluno. Quest’anno la caccia alla volpe è stata autorizzata seguendo le date indicate dal calendario venatorio regionale: si può cacciare fino a fine gennaio sotto forma di battuta - e quindi non in modo indipedente - solo nelle riserve che ne fanno richiesta alla Provincia. Fino ad ora sono 13 tra Valbelluna, Feltrino e Alpago.

«I nostri provvedimenti si basano su specifici disciplinari» spiega Pier Luigi Svaluto Ferro, consigliere provinciale con delega a caccia e pesca, «seguiamo le indicazioni dell’Ispra. Secondo le direttive le volpi devono essere tenute sotto controllo e cerchiamo di intervenire prima di arrivare al limite. Non è vero che tutti possono partecipare, ci sono disciplinari rigidi».

«Si tratta di un abbattimento controllato» specifica Sandro Pelli, presidente dell’Associazione Cacciatori Bellunesi, «con una prassi che seguiamo in modo dettagliato. Noi non siamo contro gli ambientalisti e siamo disponibili al dibattito ma purtroppo in certi casi non c’è dialogo».

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