Palazzo Piloni trema, il piano del governo taglia 126 dipendenti
BELLUNO. Dimezzare i dipendenti della Provincia. Anche se è interamente montana come Belluno, anche se da Venezia dovrebbero arrivare sempre maggiori compentenze in virtù della legge regionale sulla specificità approvata la scorsa estate. Un corto circuito che rischia di mandare in tilt il funzionamento di palazzo Piloni tanto che il neo eletto governo dell’ente, composto da sindaci e consiglieri comunali che si sono presi l’onere di amministrare (gratis) il nuovo ente di area vasta, è sul piede di guerra contro i tagli.
«Che abbiano il coraggio di abolire le Province, piuttosto che trattarci così», spiega Serenella Bogana, sindaco di Alano di Piave e consigliere con delega al Personale. Toccherà a lei, se la Finanziaria 2015 rimarrà invariata, tagliare drasticamente il numero di dipendenti di palazzo Piloni.
Da 252 lavoratori (dati di giugno 2014) bisognerà passare a 126. Lo dicono chiaro e tondo i dati Upi, Unione Province Italiane, diffusi dal Sole 24 Ore. Si tratta di dipendenti a tempo indeterminato che si punta a ricollocare in altre amministrazioni pubbliche, dai Comuni alle Regioni o in seconda battuta ad altri enti. Sempre secondo l’Upi a Belluno le eccedenze per le spese del personale sono di 4,9 milioni. Le altre province del Veneto non sono messe meglio: a Padova bisogna tagliare 219 dipendenti, a Rovigo 147, a Treviso 283, a Verona 236, a Vicenza 187. Fa eccezione Venezia che, essendo destinata a diventare una città metropolitana, dovrà tagliare “solo” 158 posti di lavoro. Centinaia di professionalità che dovranno essere ricollocate con prospettive preoccupanti sia per chi rischia di non trovare un nuovo datore di lavoro sia per chi, basti pensare ai precari, ambirebbe proprio ad un posto di lavoro nella pubblica amministrazione.
Se la legge di stabilità in discussione in questi giorni dovesse arrivare al voto - proprio oggi l’emendamento relativo alle Province è all’ordine del giorno in commissione Bilancio - la Provincia avrà 90 giorni per individuare, con criteri ancora da decidere, chi è da considerare in esubero e chi no. La prospettiva è quella della mobilità in attesa di una ricollocazione. Il ministro Marianna Madia ha assicurato che nessuno verrà lasciato a casa ma i dipendenti pubblici sono preoccupati.
Gli amministratori, invece, sono arrabbiati. Dopo i tagli in bilancio (palazzo Piloni dovrà risparmiare 4,5 milioni all’anno fino al 2017), quelli al personale. «A questo punto mi chiedo se non sia il caso di interrompere l’agonia» spiega la Bogana, «non ci hanno permesso neppure la strada dei prepensionamenti. Mi sento presa in giro e vorrei una presa di posizione da parte dei nostri politici. La legge Delrio definisce la Provincia di Belluno interamente montana, vorrei illudermi che ci sia uno sguardo d’insieme». Una prospettiva che, per ora, non è stata considerata: Belluno non sarà graziata dai tagli. «Ci daranno le istruzioni su come gestire il personale» continua il consigliere, «ormai siamo assuefatti a scelte che piovono dall’alto. Ma non so come faremo a gestire le competenze derivanti dalla legge regionale sulla specificità con la metà dei dipendenti».
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