Palio di Feltre, vince il Duomodopo un digiuno di 13 anni
FELTRE.
Trionfa il Duomo che aspettava questo momento dal 1997. Si scrolla di dosso l’appellativo di nonna del palio e si gode una vittoria attesa tredici anni. La dedica speciale e sentitissima dal quartiere va a Max Corso, il veloce staffettista e cuore di contrada scomparso l’anno scorso. Un successo fortemente voluto, inseguito e alla fine ottenuto, con caparbietà, ribaltando una classifica che dopo le prove di sabato vedeva la Stella ad otto punte in seconda posizione a 13 punti dietro a Port’Oria con 15, ma davanti a Castello terzo a 11 e Santo Stefano ultimo a 9.
Decisiva per conquistare il drappo e i quindici ducati è il tiro alla fune, che il Duomo vince presentandosi in testa alla classifica parziale prima della corsa dei cavalli. Che, come sempre, regalerà emozioni. La classifica recita Duomo 22, Port’Oria 19, Castello 16 e Santo Stefano 15. Al canapo, il mossiere Gennaro Milone dà partenza valida dopo due false. Il più veloce a scattare è Ballesteros (fantino di Castello) su La Comica, cavallo vincitore lo scorso anno, che chiude il primo giro dell’anello davanti a Pusceddu su Akcent (Duomo) e Chiti si Intiveddau (Port’Oria). Dietro è bagarre, il secondo cavallo della Stella a otto punte rimane scosso mentre davanti le posizioni restano immutate fino all’ultima curva del terzo giro, quando Ballesteros perde posizioni, Pusceddu guadagna la testa e taglia il traguardo per primo regalando 12 punti al Duomo. Secondo Bianchina su Messi (Santo Stefano) che rinviene di gran carriera dalle retrovie, terzo Chiti per Port’Oria. Per definire le altre posizioni serve il fotofinish, che assegna un pari merito in quarta piazza a Ballesteros per il Leone e Zedde per il Corno con 6 punti a testa. Ne guadagna 4 Mereu per l’Aquila bicipite e 3 Bergamaschi ancora per Castello. Nessun punto al secondo cavallo giallo blu che non arriva al traguardo, ma basta il primo per regalare al Duomo il successo liberatorio, con il presidente Angelo Lusa ad alzare al cielo il drappo in Pra’ del Moro.
A conti fatti però, è nel tiro alla fune che si decide il palio di quest’anno. Dopo due vittorie a testa senza troppi affanni su Port’Oria e Castello, si presentano alla tirata buona per il primo posto Santo Stefano con i forti tedeschi insieme ai suoi atleti interni da una parte della corda, e Duomo con la squadra dello Scorzè a dare man forte ai contradaioli. Alla prima manche il Corno sembra in vantaggio, ma il giudice assegna la vittoria alla Stella per penalità degli avversari. La decisione scatena la polemica sul prato di Pra’ del Moro e parte il ricorso. Ci sono i cameramen e il maestro di campo Enrico Pradel chiede la moviola, convinto che siano stati i giallo blu gli autori dell’irregolarità. Ma tant’è, di guardare le riprese non se ne parla e il direttore di gara è irremovibile. Uno a zero per il Duomo, che nella seconda tirata sfrutta l’inerzia agonistica e il morale per chiudere la contesa a proprio favore ed aggiudicarsi i nove punti in palio. Santo Stefano si accontenta - si fa per dire - di 6 punti e guadagna la piazza d’onore.
Appassionante l’ultima sfida Port’Oria-Castello, che assegna il terzo posto. Alla prima contesa la spunta il Leone rampante, nella seconda l’Aquila dopo una rimonta d’orgoglio, però la bella se la aggiudicano i giallo azzurri.
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