Paludi, spunta la richiesta di un grande punto vendita

Convocata una conferenza di servizi a Venezia per il 20 maggio La ditta Tm Due ha presentato la richiesta di apertura per 7300 metri quadrati

PONTE NELLE ALPI. Circa 7300 metri quadri di divertimenti, gioco, forse anche un bowling. È al centro di una conferenza dei servizi convocata ieri il Centro polifunzionale di Paludi, alias la «cattedrale nel deserto».

«Sarà una riunione tecnica» dichiara il sindaco Vendramini riferendosi alla "Conferenza di servizi decisoria”» prevista per il 20 maggio alle 11 in Direzione commercio della Regione, a Venezia. E che si tratti di una riunione tecnica è stato confermato da Stefano Triches, il responsabile del settore Attività produttive del Comune. Da valutare ci sarà la «richiesta di apertura di una grande struttura di vendita - grande centro commerciale - nel complesso esistente “Paludi-La Secca», per 7300 metri quadrati «e per il commercio di prodotti non alimentari»: così recita la convocazione in oggetto.

L'anno corso erano ripresi i lavori al centro commerciale di Paludi: la Tm2, l'azienda di San Giovanni Lupatoto proprietaria dell'immobile, sembrava avesse superato alcuni problemi finanziari e maestranze erano state viste all'opera ma, complice la stagione invernale, il cantiere poi fu chiuso. Ora qualche cosa si muove. L'avviso di convocazione redatto ieri, 29 aprile, parla di un'istanza inoltrata dalla T.M. Due Spa il 10 dicembre 2014 e si riferiva alla richiesta di apertura di una «superficie di vendita di 7300 metri quadri - Settore merceologico non alimentare». Che cosa sarebbe? Ben poca roba se si raffronta con il complesso: si tratterebbe di un'area di 85 per 85 metri quadrati.

La questione di Paludi è la testimonianza di una volontà economica di cementificazione senza che, a monte, ci fosse un progetto urbano di vivibilità e sostenibilità col territorio, su un’area instabile. Si sono resi necessari interventi per rafforzare le fondamenta con una serie di micropali e poi il cantiere fu chiuso. Il tempo, gli agenti atmosferici, erbacce e arbusti hanno reso ancora più lugubre la struttura. Il Centro commerciale ha assunto negli anni, svariate denominazioni e alcuni cambi di proprietà. Se ne parla da più di 25 anni. Da quando il consiglio comunale (sindaco Bortot) approvò una delle varianti urbanistiche che caratterizzarono il vecchio Piano regolatore, variante nella quale si prevedeva l'apertura di un centro commerciale. La protesta dei commercianti consigliò l'amministrazione dell'epoca a ritirare il progetto. Ma la zona La Secca - Lizzona rimase artigianale. Vi fu un tentativo di mettere l'amministrazione comunale (sindaco Fregona) davanti al fatto compiuto (come fu fatto con successo al Mega) ma il progetto denominato Botteghe di Giò rimase sulla carta. Si parla di circa 15 anni fa. E da allora di acqua, nel limitrofo fiumicello Rai (seppur lentamente) ne è passata. La conferenza del 20 maggio dovrebbe essere il prosieguo dell’accordo di programma siglato dall’azienda con la Regione Veneto che risale al 2008. La zona ora si trova in una situazione di degrado e c'è da augurarsi che possa presto esserle data una certa dignità.

Paolo Baracetti

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