Pandolfo, c’è il blocco dei sabati lavorativi
Lentiai. Protesta ad oltranza finché non sarà dato lo stesso premio anche ai lavoratori della logistica
Pandolfo alluminio di Lentiai
LENTIAI. Ancora tensioni nello stabilimento della Pandolfo di Lentiai. Scatta, infatti, da domani, il blocco dei sabati lavorativi. Ad incrociare le braccia, ancora una volta, saranno 20 dipendenti della Mv Logistics, una decina di addetti della One business e un’altra decina di dipendenti interinali.
La protesta partirà domani e andrà avanti ad oltranza, «finché non saranno riconosciuti a questi lavoratori gli stessi diritti dei loro colleghi metalmeccanici», precisa Alessandra Fontana, segretaria della Filt Cgil.
«Con la busta paga di luglio», spiega la sindacalista, «ai dipendenti della Pandolfo andranno 620 euro di premio di cui 270 per la produzione e il rimanente per il fatturato. Una somma cospicua che però non viene riconosciuta ai dipendenti delle altre società a cui la Pandolfo ha esternalizzato alcune mansioni come il magazzino e la logistica. Questi, infatti, si ritroveranno in busta paga soltanto il premio legato alla produzione cioè i 270 euro e per di più divisi in due rate. Il resto, come ci hanno detto le due ditte Mv Logistics e la One Business non sarà pagato in quanto legato al fatturato».
Ed è qui che per la Fontana scatta la discriminazione tra lavoratori.
«Anche i dipendenti di queste due ditte estendere contribuiscono ad aumentare il fatturato della Pandolfo. Non ne sono estranei. E poi ogni produzione passa per il magazzino. Allora perché non riconoscere anche a questi la somma di 350 euro? L’esternalizzazione era stata scelta, a sua tempo, proprio per rilanciare lo stabilimento della Pandolfo, rilancio che passa anche attraverso l’aumento del fatturato. Quindi queste persone non sono figli di un dio minore, non sono lavoratori di serie B rispetto ai colleghi metalmeccanici. Rivendichiamo per loro lo stesso trattamento economico».
E così la scelta di incrociare la braccia tutti i sabati a cominciare da domani. «La protesta continuerà finché non avremo lo stesso trattamento e non è detto che se non otteniamo quello che ci spetta, non saranno messe in piedi altre forme di dissenso e di sciopero».
«Il problema», conclude ancora la segretaria della Filt, «è che in questa faccenda sono i committenti cioè Pandolfo a doversi occupare di rendere “uguali” tutti i suoi lavoratori».
Paola Dall’Anese
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