Paolini: «Il teatro è inadeguato»

La rabbia dell’attore dopo lo spettacolo al Comunale: «Sono stato disturbato dai rumori all’esterno»
Marco Paolini in Uomini e Cani
Marco Paolini in Uomini e Cani

BELLUNO. Sono passate le 23: mentre in palcoscenico si stanno smontando le scene, Paolini accoglie gli spettatori che si complimentano con lui per lo spettacolo “Ballata di uomini e cani” appena terminato.

Firma autografi, ma quando arrivano l’assessore alla cultura Alpago Novello, il presidente della Fondazione Teatri delle Dolomiti Poloni, il responsabile del Tib Teatro Mangheras e il presidente del Circolo Boito, non sa frenare il suo disappunto: anche in questa serata, seppur infrasettimanale, il teatro è stato infatti disturbato dai rumori provenienti dall’esterno.

«Il conflitto tra interesse pubblico e privato è questo», sbotta l’attore, «ci sono 800 cittadini che vogliono vedere lo spettacolo e una decina o poco più che vuole bersi “un’ombra”, questi ultimi però sono in grado di condizionare i diritti del pubblico e della maggioranza, allora», aggiunge provocatoriamente, «se voi non riuscite a rimediare a questo inconveniente, sarà bene che il pubblico non venga più a teatro».

«La mia rabbia», spiega Paolini, «è dovuta al fatto che sono stato molto disturbato mentalmente durante il secondo tempo dello spettacolo, ho cercato, con fatica, di non fermarmi a protestare. Ero così arrabbiato che, a torto, me la sono presa con i tecnici e i vigili del fuoco, perché ero convinto che il rumore venisse da dentro; non credevo alle mie orecchie che venisse da fuori».

E afferma (e c’è da credergli, vista la sua popolarità): «Non esiste un altro teatro in Italia dove arrivi il suono esterno in modo tanto fastidioso; mi è capitato ancora di sentire rumori dall’esterno, ma mai così».

La Compagnia e lo stesso attore si rammaricano di non esser stati in qualche modo preavvisati di questo inconveniente. «Non siete una città qualsiasi», aggiunge l’attore, «se una città che si trova ai vertici della graduatoria nella vivibilità in Italia, non riesce a risolvere questi problemi, come possono farlo le altre che si trovano al di sotto?».

Rimane, quindi, il problema della ristrutturazione delle porte e dell’isolamento della sala, lavori che porterebbe vantaggi non solo alla tranquillità e al silenzio, ma anche ad una temperatura più adeguata, evitando le correnti d’aria concentrate al centro della platea, con conseguente e ovvio risparmio energetico che si traduce in risparmio economico.

Forse mercoledì sera non tutto il pubblico presente in teatro ha avvertito il rumore proveniente dall’esterno, specialmente quello che si trovava in galleria e nel loggione, ma l’attore e la Compagnia ci tengono a spiegare che il palcoscenico è una cassa armonica che amplifica qualsiasi rumore, per cui quello che viene dall’esterno sembra che sia in teatro. Un inconveniente che danneggia la concentrazione dell’attore.

«Una città come Belluno», conclude Marco Paolini, «merita un teatro all’altezza, quel rumore è insopportabile, denunciarlo significa rispettare il pubblico che ha pagato il biglietto oltre che l’attore che è in scena».

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