«Papa Luciani, un faro di luce e di grazia»

Monsignor Mottes, a lungo arcidiacono di Agordo, ricorda l’elezione al soglio pontificio: «Ero a Roma con il vescovo Muccin»
20080822 - ROMA - REL - 30 ANNI PAPA LUCIANI: IL PONTEFICE DEL SORRISO. Papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani, in una immagine di archivio. Trent'anni fa il Papa del sorriso. Era il 26 agosto 1978, quando i 111 cardinali riuniti in conclave scelsero Albino Luciani, all'epoca patriarca di Venezia, quale successore di Papa Paolo VI, morto il 6 agosto dopo 15 anni di pontificato. Ma quella di Luciani fu una meteora. Il nuovo Papa, che aveva preso il nome Giovanni Paolo I, mori' improvvisamente dopo 33 giorni, colto da infarto la notte fra il 28 e il 29 settembre. Avrebbe compiuto 66 anni il 17 ottobre. Nel suo brevissimo papato, Luciani pronuncio' 9 discorsi, tenne 4 udienze e due omelie. Ma la sua semplicita' e il suo sorriso sono rimasti impressi nella memoria di tutti...ANSA/ARCHIVIO/DRN
20080822 - ROMA - REL - 30 ANNI PAPA LUCIANI: IL PONTEFICE DEL SORRISO. Papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani, in una immagine di archivio. Trent'anni fa il Papa del sorriso. Era il 26 agosto 1978, quando i 111 cardinali riuniti in conclave scelsero Albino Luciani, all'epoca patriarca di Venezia, quale successore di Papa Paolo VI, morto il 6 agosto dopo 15 anni di pontificato. Ma quella di Luciani fu una meteora. Il nuovo Papa, che aveva preso il nome Giovanni Paolo I, mori' improvvisamente dopo 33 giorni, colto da infarto la notte fra il 28 e il 29 settembre. Avrebbe compiuto 66 anni il 17 ottobre. Nel suo brevissimo papato, Luciani pronuncio' 9 discorsi, tenne 4 udienze e due omelie. Ma la sua semplicita' e il suo sorriso sono rimasti impressi nella memoria di tutti...ANSA/ARCHIVIO/DRN





«Per me Papa Luciani è stato un faro di luce e di grazia». Bastano queste poche parole per far capire quanto forti siano l’ammirazione, la stima, la riconoscenza e l’affetto che monsignor Lino Mottes, attuale parroco di Zermen e arcidiacono di Agordo per ben 32 anni fino al 2009, nutre ancora oggi per Giovanni Paolo I.

«Conobbi Albino Luciani quando era insegnante al Seminario Gregoriano di Belluno», ricorda il monsignore, che è anche presidente del Comitato scientifico del Museo diocesano di Feltre. «L’ho sempre considerato un esempio da seguire e non dimenticherò mai il ruolo importante che ricoprì la sua figura durante il Concilio Vaticano II».

Si può dire che Luciani avesse fatto del Concilio il suo “noviziato episcopale”?

«L’annuncio ufficiale dell’indizione di un Concilio», spiega monsignor Lise, «venne dato da Papa Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959, a soli tre mesi dalla sua elezione al soglio pontificio. Fu un avvenimento di importanza epocale. In quel periodo ero segretario del vescovo Gioachino Muccin. Luciani era vescovo di Vittorio Veneto. Li accompagnai insieme a Roma all’apertura dei lavori, l’8 ottobre del 1962. Quello che posso senz’altro dire è che Luciani, durante il Concilio, non fu mai un padre passivo, al contrario: svolse un ruolo molto propositivo, in particolare sui punti relativi a liturgia, fede, comunità dei cristiani, ruolo e natura dell’episcopato e suo rapporto con il papato. Nutriva speranze ma anche preoccupazioni: intravvedeva le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare la Chiesa. Detto questo, Luciani resta un apostolo del Concilio, di cui spiegò con cristallina lucidità gli insegnamenti e ne tradusse in pratica, con coraggio perseverante, le direttive. Aveva le idee chiarissime ed era un ottimista».

Albino Luciani, anche se i suoi incarichi lo portarono lontano, mantenne un forte legame con la terra natale. Può confermarcelo?

«Senza alcun dubbio. A questo proposito ci sono degli avvenimenti che devono essere ricordati. Divenni arcidiacono della millenaria Pieve di Santa Maria Nascente, ad Agordo, nel 1977. Luciani, dal 1969 patriarca di Venezia e dal 1973 cardinale, salì in paese il 29 giugno del 1978, giorno di San Pietro, a meno di due mesi dalla sua elezione a pontefice. Ricordo che il suo segretario mi lasciò un biglietto, dicendomi che Luciani si raccomandava che aspettassi ad aprirlo e annunciandomi che vi avrei trovato una reliquia di San Marco. Aperta la busta, trovai un milione delle vecchie lire, che Luciani mi consegnava per la ricostruzione della chiesa di Agordo. Dopo la sua morte mi fu recapitato un assegno da 10 milioni di lire, i primi ricavi del suo volume “Illustrissimi”, anche questi per la chiesa di Agordo, dove Albino fu cappellano fino al 1937».

Rimase in contatto con lui durante i 33 giorni al soglio pontificio?

«Ero a Roma con il vescovo Muccin il giorno della sua elezione a Papa. Avremmo poi dovuto scendere da lui nei mesi successivi, ma non ci fu purtroppo il tempo. Nonostante la sua prematura scomparsa, ha continuato a essere per me un faro nell’applicazione dei decreti conciliari. Era una figura di grandissimo spessore, oltre che umano, anche teologico, sempre aggiornatissimo su tutte le tematiche, comprese quelle più spinose e complesse». —



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