Papilloma virus, da marzo al via un nuovo screening
BELLUNO. Primavera di novità per la salute in provincia di Belluno. Infatti, da marzo partirà un nuovo screening oncologico per i tumori della cervice uterina che sostituirà, almeno per le donne dai 30 ai 64 anni, il vecchio pap-test, introducendo l’utilizzo del test molecolare dell’Hpv, cioè del virus del papilloma. Inoltre, prossimamente partirà anche la vaccinazione per i maschi proprio contro questo virus.
A dire la verità questo tipo di indagine molecolare che cerca il Dna del virus Hpv è stato sperimentato dal 2009 al 2014 nelle Usl di Padova e Rovigo e da quest’anno sarà esteso a tutta la Regione Veneto. La scelta della giunta Zaia di seguire le indicazioni del ministero della Salute e di adottarlo è del maggio scorso.
Le fasce di età. Il test Hpv-Dna non partirà subito a regime, ma vi andrà gradatamente nel giro di quattro anni. Nel 2015 a questo tipo di indagine saranno chiamate le donne dai 50 ai 64 anni (37%), nel 2016 quelle dai 46 anni (50%), nel 2017 la fascia dai 41 anni in sù e nel 2018 dai 30 anni ai 64. Per le donne dai 25 ai 29 anni si continuerà col solito prelievo citologico.
Come si esegue. «L’esecuzione del test è lo stesso del pap-test», precisa il direttore del Servizio di prevenzione e igiene pubblica (Sisp), Fabio Soppelsa, «cambierà la parte operativa, praticamente il campione prelevato dal collo dell’utero non sarà strisciato, ma sarà posto all’interno di un liquido che evidenzierà la presenza del Dna del virus».
La frequenza. Lo screening, rispetto a quello attuale, non sarà eseguito ogni tre anni bensì ogni cinque. «In questo modo non solo si migliorerà la qualità dello screening, ma si potranno realizzare economie di scala favorendone la sostenibilità a lungo termine», precisa Soppelsa. Infatti, seppur questa indagine è più costosa del pap-test normale, i risparmi si faranno appunto allungando i tempi di chiamata delle donne.
I laboratori analisi. I campioni di prelievo effettuati nell’Usl 1 saranno inviati all’anatomia patologica dell’Usl di Treviso «in un’ottica di rete sanitaria», assicura anche il direttore generale Pietro Paolo Faronato. A livello veneto, i laboratori chiamati a questi esami, oltre a quello di Treviso, saranno quelli di Padova e Verona.
«Se il test Hpv risulterà negativo, la donna sarà chiamata al secondo round dopo 5 anni, se invece sarà positivo sarà sottoposta al triage: cioè al pap-test normale che questa volta sarà inviato per l’analisi all’ospedale dell’Alto Vicentino. Se sarà positivo anche questo esame, la paziente sarà sottoposta alla colposcopia. Se quest’ultima sarà negativa, la donna sarà invitata a ripetere il test Hpv dopo 12 mesi, se sarà positiva, seguirà altri approfondimenti», specifica il direttore del Sisp, che aggiunge: «Se attualmente l’adesione allo screening del tumore del collo dell’utero ha un’adesione sopra il 70%, siamo sicuri che la sensibilità aumenterà».
Il vaccino per i maschi. Intanto, prossimamente partirà anche la campagna vaccinale contro il Papilloma virus umano diretto ai maschi dai 12 anni, che si affianca a quella partita gli anni scorsi per le ragazzine. «Ma anche chi si è vaccinato dovrà a 30 anni sottoporsi al test Hpv», conclude Soppelsa.
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