Parcheggi, non bastano mai
BELLUNO. Non c’è tornata elettorale che si rispetti che non affronti i temi del parcheggio in città. Non è certo una peculiarità di Belluno - in qualunque città l’argomento è ai primi posti dell’agenda politica - ma nella “città splendente” si inserisce in un filone culturale, oltre che logistico. La scala mobile di Lambioi, infatti, sembra essere ancora poco apprezzata dai cittadini. «Negli anni ’90 abbiamo investito molto sui parcheggi» spiega l’ex sindaco Maurizio Fistarol, secondo il quale l’apertura della scala mobile poteva essere occasione per bilanciare lo spostamento verso nord della città. «Ma se un cittadino vuole parcheggiare proprio di fronte al negozio è un problema suo» continua, «Belluno vuole essere una grande città o restare un paese di montagna?». Anche secondo l’imprenditore Roberto Chemello sarebbe necessario, da parte dei bellunesi, un «cambio di mentalità».
Ma la realtà ben diversa. «A volte sento parlare del parcheggio di Lambioi come fosse sulla luna» spiega Danilo Menazza, storico pastaio di piazza delle Erbe. Eppure Lambioi in qualche modo lascia il segno. «Si potrebbe mettere un parcheggio in via Lungardo» suggerisce, «con una piccola scala mobile. Magari qualcuno sarebbe invogliato a venire a fare la spesa».
Il problema dei trasporti non è però legato solo alle auto. Esistono le bici, per esempio, e insieme a loro un fiorente settore legato al cicloturismo. «Arrivando in città da Ponte nelle Alpi ci sono pezzi di ciclabile che si interrompono» fa notare l’albergatrice Elena Pison, che suggerisce anche alcune migliorie che faciliterebbero il soggiorno ai visitatori che si trovano in città per lavoro o per svago. «Servono dei collegamenti serali per portare le persone che dormono fuori dal centro storico nel cuore della città», spiega Pison, «basterebbe una navetta nei fine settimana».
Gianclaudio Bressa, ex sindaco e oggi sottosegretario, guarda invece al passato. «La metropolitana di superfice non è stata coltivata per inseguire lo sfondamento a nord, verso l’Austria» ricorda, «questa mitologia ci ha tenuto al palo quando avevamo a portata di mano scelte molto più fruttuose». (v.v.)
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