Park in Largo Poste, c’è l’ipotesi stralcio

Il commissario De Rogatis sta valutando con Seam di fermare l’iter. «Ma sia chiaro che quanto già fatto ha dei costi»

CORTINA. L’ipotesi di accantonare la realizzazione del parcheggio interrato di Largo Poste è sul tavolo del commissario straordinario Carlo De Rogatis, che regge il Comune da luglio. Sono sempre più numerosi i cittadini che scrivono e incontrano il commissario per chiedere che l’opera, che non è ancora partita, venga stralciata.

Nelle scorse settimane hanno chiesto lo stralcio dell’opera a De Rogatis e al presidente SeAm Sandro D’Agostin i membri del Comitato civico Cortina, i commercianti e gli imprenditori che lavorano nell’area, l’ex consigliere Gianpietro Ghedina e numerosi residenti.

Il progetto, partito nel 2010, prevede la realizzazione di un parcheggio interrato su due piani con 154 posti auto e la riqualificazione della piazza che diverrà pedonale. A disposizione degli utenti resteranno a pagamento 72 posti auto, quanti sono ora in largo Poste. Cinquanta posti sono infatti già stati venduti da SeAm – la municipalizzata che ha avuto mandato dal Comune di realizzare l'interrato – sulla carta progettuale, 15 sono stati assegnati alla ditta costruttrice e monetizzati, e altri 14 dovranno essere venduti in futuro per coprire le spese totali che ammontano a 17 milioni 670 mila euro.

I lavori, dalla stipula del contratto fatta ad agosto 2014 con la ditta Vidoni di Udine, di fatto non sono ancora partiti. Nel contempo però Largo Poste è stato oggetto di carotaggi, di spostamenti di sotto-servizi, di bonifiche belliche, previste nei siti che furono teatro della Grande Guerra. La piazza è poi sempre stata riasfaltata.

Dal 5 settembre l’area è nuovamente chiusa per far partire il cantiere. O meglio la Servizi Ampezzo ha consegnato l’area alla ditta e in Largo Poste vi è un foglio A4 appeso che riporta l’ordinanza di divieto di transito, ma il cantiere non è stato aperto e gli automobilisti continuano a parcheggiare.

L’opera è da sempre contestata. A preoccupare sono soprattutto due aspetti. Il primo è inerente le falde acquifere nel sottosuolo che esistono e che fanno temere che il cantiere venga aperto, si scavi, si trovi l’acqua e tutto si blocchi.

Il secondo è inerente i grandissimi disagi che i numerosi frontisti dovranno subire per avere un’opera che non risolve la carenza di posti auto presenti a Cortina e che costa molti soldi.

«Stiamo pensando al parcheggio», ammette il commissario straordinario Carlo De Rogatis, «va detto che non è facile fermare quest’opera che ha un iter già avviato, appalti conclusi. Sino ad ora inoltre sono stati investiti dei soldi per le progettazioni, i bandi e i lavori eseguiti di pre-cantierizzazione (due milioni e mezzo di euro circa ndr). Con l’ingegner D’Agostini stiamo affrontando il discorso, ma va detto che non è affatto banale decidere in merito all’eventuale stralcio dell’opera. Le preoccupazione e i dubbi di chi chiede di stralciare il park sono comprensibili, ma deve essere chiaro che quanto fatto sino ad ora ha avuto dei costi».

«Se si dovesse sospendere l’operazione adesso», chiosa De Rogatis, «dovrà essere fatto nella maniera più indolore possibile. Siamo in fase di valutazione. Ma non è una questione semplice considerando l’avanzamento dell’iter».

Alessandra Segafreddo

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