«Parliamo del progetto prima che delle persone»

Jacopo Massaro non chiude la porta al Pd: «Come giudica il nostro operato? Se ritiene che abbiamo fatto bene, potremo sederci attorno a un tavolo»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Pd o non Pd? Primarie o non primarie? «La questione centrale è un’altra: qual è il giudizio che dà il Partito democratico su questa amministrazione?». Il sindaco Jacopo Massaro sposta il mirino. Per una ragione: «Sta succedendo la stessa cosa già accaduta nel 2011. Ci si sta concentrando su chi debba occupare un determinato ruolo, piuttosto che guardare a cosa si deve fare per la città. Al progetto».

E allora la prima domanda la fa il sindaco: «Cosa pensa il Partito democratico di quello che abbiamo fatto come amministrazione in questi quattro anni e mezzo? Se sarà negativo, non sarà un problema. Se sarà positivo allora potremo sederci attorno a un tavolo, se ci saranno le condizioni per fare qualcosa insieme».

L’Unione comunale del Pd sta per scrivere il regolamento per le primarie. Come si pone nei confronti di questo strumento?

«Leggendo la stampa di questi giorni vedo che si è parlato di primarie, di primarie con un filtro alla partecipazione, di primarie senza Massaro. Tre opinioni diverse, tutte all’interno del Partito democratico. Questo mi fa pensare che non ci sia grande chiarezza, ma soprattutto vedo che si ripropone un tema che fu centrale anche nel 2011, quando ci si concentrò completamente su chi doveva occupare un determinato ruolo anziché considerare il progetto per la città. Io continuo a ritenere che la questione centrale non sia chi, ma cosa vogliamo fare per Belluno».

Lei cosa intende fare per la città?

«Portare avanti il progetto che avevo e che ho avviato in questi anni. Legato al cambio generazionale alla guida della città, al riportare cittadini normali a Palazzo Rosso, a una radicale modifica nel modo di amministrare. Abbiamo scelto di fare tanta strada con piccoli passi e senza fare tanti proclami. Questa è l’idea di città che proposi nel 2011 al Pd, rendendomi anche disponibile a sottoporla alle primarie. Il Partito democratico scelse una strada differente ma gli elettori dettero ragione al mio progetto. Che è, ed è sempre stato, aperto a tutti, compreso il Pd. Non potrebbe essere diversamente, visto che gran parte delle persone che stanno guidando la città provengono dal Pd, e che in questi quattro anni e mezzo abbiamo portato avanti gran parte dei progetti che il Partito democratico aveva messo nel suo programma».

Può fare qualche esempio?

«La ristrutturazione delle Gabelli, la riapertura del teatro e degli impianti del Nevegal, il lavoro fatto sul turismo e contro il degrado: la situazione non è stata risolta ma è oggettivo che i lavori fatti sulle strade e i marciapiedi abbiano riportato la barra verso una situazione di normalità. E infine abbiamo avviato il Pat. Su una cosa ci siamo differenziati dal Pd: noi ritenevamo che Bim Gsp dovesse essere salvata e risanata, il Pd aveva nel programma il fallimento della società. Il Pd oggi condivide l'idea della città che abbiamo portato avanti?».

L'Unione comunale ha approvato un documento che tratteggia quello su cui il Partito intende puntare.

«Se la loro idea di città è quella, si tratta di cose sulle quali la mia amministrazione ha ampiamente lavorato».

Il Pd le imputa il fatto di non aver mai fatto nulla per riavvicinarsi al Partito.

«Nel 2012 c'erano due progetti, e si sono misurati. I cittadini hanno deciso di sostenere il nostro, ma questa maggioranza ha sempre detto di essere disponibile a collaborare con chiunque fosse interessato. Non ho visto frotte di gente. Avevamo invitato i consiglieri del Pd a partecipare alla stesura del bilancio 2016, non sono venuti. Quella sarebbe stata l'occasione per iniziare a discutere».

Sta dicendo che non ci sono più margini per riappacificarvi?

«Sto dicendo che prima di tutto è necessario sapere cosa pensa il Pd dell'operato di questa amministrazione. Senza questa risposta, non si può andare avanti, in alcuna direzione. Io resto coerente con l'idea che avevo nel 2011: prima di tutto bisogna parlare del progetto, delle cose che ci sono da fare per questa città. Così abbiamo agito nel 2011 e i cittadini hanno apprezzato».

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