Parole e dolcezze: ad Agordo i biscotti messaggeri di Maria Cristina sono un successo
Esperta in comunicazione, mamma blogger e ottima cuoca,
Rubinato ha creato “Ladidà Biscuits” nella cucina di casa sua
AGORDO. In una cucina di pochi metri quadrati del condominio La Corte di Agordo si scopre che, nell’epoca della comunicazione dematerializzata, in tanti, da nord a sud dello Stivale, scelgono di dire qualcosa a qualcuno con dei biscotti. L’opportunità gliela dà Maria Cristina Rubinato che quando aveva tredici anni non aveva idea di cosa volesse fare da grande e poi si è inventata una serie di lavori originali che, in buona parte, ha potuto svolgere dalla sua casa nel Cuore delle Dolomiti.
In un normalissimo forno cuoce i “biscotti messaggeri” che poi vengono imbustati, inseriti in una semplice scatola di pregio e affidati al corriere. Mescolare insieme alla farina, al burro, alle uova, al cacao e alla lavanda anche le parole: è questa, in definitiva, la ricetta niente affatto segreta di Ladidà Biscuits, l’impresa alimentare domestica nata nel novembre scorso.
«Ladidà – spiega Cristina, 44 anni fra pochissimi giorni – come il motivo che Diane Keaton canticchia nel film “Io e Annie” di Woody Allen: quando l’ho sentito, l’ho percepito come qualcosa di fresco». Fa andare gli occhi in giro per la stanza come per dire che è difficile tradurla questa freschezza che fa il paio con quella del suo pensiero, con creatività e intraprendenza che non sembrano avere sosta.
«Ma tu questa scritta la metteresti qui?», ti chiede, interpellandoti a bruciapelo su una possibile revisione della scatola che sta studiando con marito e figlia. Non è passato nemmeno un anno dalla nascita di Ladidà e già si pensa al suo futuro. Quello della Cristina adolescente era piuttosto oscuro, poi si è schiuso, come quei fiori che stentano, stentano e poi sbocciano che è una meraviglia.
«Non sapevo cosa fare – ricorda – e, dopo le medie, mi ero iscritta all’istituto minerario. A partire dalla terza avevo voti bassi nelle discipline tecnico-scientifiche e alti in quelle umanistiche. Dopo la maturità ho optato per relazioni pubbliche, allo Iulm di Feltre, ed è stata la scelta giusta». Qui, infatti, Cristina inizia a prendere via via sempre più dimestichezza con le parole che diventeranno il filo conduttore della sua vita lavorativa.
«Terminata l’università – dice – ho lavorato come addetta stampa, poi come docente di comunicazione interpersonale per le imprese. Poi, nel 2013, è nata Sofia e, quando aveva appena tre mesi, ho iniziato a far parte di un gruppo di mamme-blogger, credo fossimo le prime in Italia. Io avevo il mio blog, Sofiscloset (che esiste ancora) dedicato alla moda-bimbi. I brand del settore ci fornivano i loro abiti e noi li recensivamo. Era bellissimo avere in mano i vestitini e poi partecipare agli eventi, per esempio quello di Pitti Bimbo a Firenze. Ideavamo anche argomenti e temi da cui poi nascevano le collezioni».
Nel tempo il numero delle mamme blogger è cresciuto e, secondo Cristina, la cosa ha finito per inflazionarsi. Il Covid, inoltre, ci ha messo del suo. Così, dopo un’esperienza nell’ambito del Family Travel, che consiste nel recensire alberghi in cui si viene invitati a soggiornare, Cristina ha pensato di unire la sua abilità comunicativa con un’altra passione.
«Mi è sempre piaciuto cucinare – ricorda – già a otto anni facevo le torte. Nel tempo ho seguito assiduamente i vari programmi televisivi dedicati alla cucina. Apprezzo molto i prodotti di qualità e continuo ad adorare le parole. Insomma, ad un certo punto ho pensato che potevo mettere queste ultime su dei biscotti». Al massimo, su quelli che ha iniziato a sfornare nel corso del 2021, ci stanno dodici caratteri per ognuna delle tre righe disponibili.
Più che sufficienti per quanti, in questi mesi, hanno optato per un regalo dolce con lo scopo di ringraziare, augurare, dichiarare o confermare il proprio amore. Lo hanno potuto fare perché Cristina ha sfruttato la possibilità data dalla legge di mettere in piedi una Iad, impresa alimentare domestica.
«Nella primavera 2021 – dice – sono venuta a conoscenza di questa formula, su cui non è semplice trovare informazioni, che consente di produrre alimenti in casa e poi di venderli. Non è stato complicato, nel giro di sei mesi ho aperto l’attività. Ho dovuto operare degli adattamenti alla cucina (intonaco lavabile, una zanzariera, un piano in acciaio, uno spazio ad hoc in frigo per i prodotti destinati ai biscotti), ma senza sborsare troppi soldi». Prima di arrivare al biscotto definitivo, Cristina ha sperimentato a lungo.
«Non sai quanti impasti non mi sono riusciti bene – dice – volevo che venisse fuori un biscotto che sapesse di biscotto fatto in casa e che avesse una struttura tale da mantenere la forma anche dopo averci impresso il timbro con il messaggio». Sono tre le tipologie previste dal listino: classico al burro, cacao e lavanda. Quest’estate ha provato con il limone, per Natale andrà sullo speziato.
«Credo molto nella qualità degli alimenti – sottolinea Cristina – io non voglio che il mio sia un pastificio, ma un brand che offra l’occasione per dei regali sfiziosi e buoni. Ecco perché compro il burro alla latteria agordina, perché scelgo “Luovo dalle Dolomiti” di Santa Giustina e la lavanda di FrancyFarmDolomiti di Belluno. Alimenti la cui provenienza viene spiegata sulla cartolina che spedisco assieme al pacco». Quasi un anno dopo il debutto, Cristina è soddisfatta.
«Ho ripagato l’investimento iniziale – dice – ma quello che più mi emoziona sono le richieste che, tramite Instagram, mi arrivano per i messaggi da imprimere sui biscotti. Ci sono quelli delle aziende che vogliono fare un regalo ai propri collaboratori o ai propri agenti sparsi per l’Europa, quelli delle mamme che organizzano il compleanno ai propri figli, ma soprattutto quelli degli innamorati. Alcuni hanno fatto le proposte di matrimonio attraverso i biscotti – lui che scrive: “Dimmi di sì” o lei che dice: “Allora ci sposiamo?” - altri li hanno usati per la cerimonia di nozze e a me fa impazzire e mi onora il fatto di partecipare a questi momenti. A San Valentino, poi, non ne parliamo, miele che cola: mi sono resa conto del romanticismo che c’è in giro».
Secondo Cristina qualcuno è ancora timido e si vergogna dei messaggi che vuole mandare. Altri chiedono discrezione. «L’altro giorno una si è raccomandata che non mettessi su Instagram qualcosa – sorride – perché “la nostra storia non è ancora ufficiale”».
Se i “biscotti messaggeri” da Agordo arrivano in tutta Italia è anche merito della rete che Cristina si è creata nel corso del tempo. «Le mie amiche mamme-blogger – dice – sono state fantastiche e hanno condiviso alla grande la mia pagina: la prova che la solidarietà tra donne esiste davvero. E poi è stato bello trovare la collaborazione reciproca con la libreria Quattrocchi di Agordo, con Francesca di FrancyFarm con cui ci scambiamo continui consigli; è stato prezioso anche il supporto di mio papà Oscar, un imprenditore che stimo e che quando sono un po’ indecisa mi invita a sciogliere gli indugi».
La ciliegina sul biscotto è stata la recensione di Chiara Maci, una famosa food blogger. «Il suo apprezzamento direttamente sulla sua bacheca di Instagram – dice Cristina – mi ha dato sicurezza».
Forte anche di questo, pure domani Cristina si alzerà attorno alle 4, dedicherà alla produzione buona parte della mattinata e nel pomeriggio si concentrerà sulle mail e sulla pagina Instagram: quali nuovi messaggi dovranno veicolare i suoi biscotti?
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