Parti in calo, aumentano i bebè africani
Al reparto di Ostetricia sono venuti alla luce 795 bimbi nel corso del 2017, 40 sono figli di donne richiedenti asilo
Due infermiere con alcuni neonati in ospedale in una foto d'ARCHIVIO. ANSA - Neonati nella nursery di un ospedale di Roma
FELTRE. Le donne italiane partoriscono sempre meno, quelle dell’Est Europa, più prolifiche delle nostre, non trovando lavoro qui sono in calo demografico. Ma il numero di nati da donne africane, richiedenti asilo, pur non incidendo significativamente sul trend demografico, sono quelle che statisticamente “producono” di più: i figli di profughe, nati al Santa Maria del Prato solo nel corso del 2017, sono stati 40.
È quanto si legge dai dati sui nati 2017 al Santa Maria del Prato che hanno sfiorato quota 800. Un numero ragguardevole, dicono dalla direzione generale dell’Usl, considerato il calo fisiologico delle nascite che si registra ormai da qualche anno.
È finita l’epopea dei mille e più bambini che nascevano ogni anno fino al primo decennio del Duemila. Ma quello che si evidenzia dall’équipe di ostetricia e ginecologia, rappresentato al sindaco Paolo Perenzin quando ha portato i saluti alla coppia del primo bambino dell’anno 2018, è la buona tenuta dell’attrattività di Feltre da fuori Usl. Anche da Montebelluna, dove l’ospedale si è rifatto il look di recente, compreso il nuovo punto nascite.
I bambini nati all’ospedale di Feltre nel 2017 sono stati 795, di cui 404 maschi e 391 femmine. Rispetto al 2016, il dato è in calo, in linea con un trend che si registra a livello nazionale. Le mamme del Primiero che hanno scelto l’ospedale di Feltre per far nascere i loro figli sono state 92. Circa 45 quelle provenienti da altre Usl del Veneto. Nel 73,5 per cento dei casi il parto è stato spontaneo. I cesari primipari sono stati il 16 per cento, rispetto a una media regionale del 18 per cento. E i parti gemellari sono stati 6. In particolare, si registra un calo dei bambini nati da mamme con cittadinanza italiana, che da 694 sono passati a 649, e da mamme con cittadinanza dell’Est Europa passati da 75 a 69. Crescono, invece, i bambini nati da mamme con cittadinanza africana, le richiedenti asilo la maggior parte delle quali è sbarcata in Italia già in stato di gravidanza. Questi bambini nati l’anno scorso sono stati ben 40, mentre quelli di origine asiatica sono stati 21. Per quanto riguarda l’età materna, si conferma il trend all’8 per cento di mamme già fisiologicamente attempate, fra i 40 e i 44 anni, con due casi di donne che hanno partorito sopra i 44 anni. La percentuale maggiore, ossia il 34 per cento delle neo mamme, si colloca fra i 30 e i 34 anni, il 25 per cento tra i 35 e i 39 anni, il 23 per cento tra i 25 e i 29 anni, il 10 per cento tra i 18 e i 24 anni.
È dal 2012 che si assiste a una flessione, in termini di neonatalità a Feltre come altrove in tutta Italia. Già nel 2014 si era a una riduzione del venti per cento che poi è progredita. Dice, il direttore generale dell’Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno: «Le cause di questa flessione hanno diverse origini e sono di diversa natura. Certo, anche noi come nel resto di Italia, constatiamo il decremento che si è fatto sentire, in particolar mondo, nell’ultimo anno».
Laura Milano
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video