Partita dal Friuli l’emergenza si sta ampliando

CADORE. Partita dal Friuli alcuni mesi fa, si è poi estesa ad Erto e Casso per poi passare nel Longaronese-Zoldano. L’invazione dei topi in provincia di Belluno ha origini non troppo lontane anche...

CADORE. Partita dal Friuli alcuni mesi fa, si è poi estesa ad Erto e Casso per poi passare nel Longaronese-Zoldano.

L’invazione dei topi in provincia di Belluno ha origini non troppo lontane anche se le cause restano ignote.

I primi a lanciare l’allarme ad inizio estate, o meglio del grande caldo, erano stati gli abitanti di Longarone e anche dello Zoldano che si trovano topi nelle case, nei prati, insomma dappertutto. La cosa particolare, però, in questo primo momento, è che molti erano i roditori dalle dimensioni simili a quelle del cosiddetto topo di campagna, trovati morti. Secondo l’Usl che aveva inviato i resti sia al laboratori dell’Istituto zooprofilattico di Padova ma anche all’Istituto superiore di sanità, la moria non era riconducibile a malattie particolari imputando così questi decessi alla mancanza di cibo per l’eccessivo numero di topi.

Sembrava risolta la questione in quest’area, quando soltanto qualche giorno fa l’invasione si è registrata nell’Agordino. E l’esercito di roditori era talmente numeroso che i residenti si sono attrezzati con trappole, per la gioia dei fabbri che hanno iniziato a produrre trappole in serie. Ma a quanto pare non è servito. La caccia al topo era partita tanto che una coppia nei giorni scorsi è riuscita ad uccidere ben 601 topolini dal 10 giugno scorso.

Ora, i grigi “visitors” che come tutti i visitors che si rispettino sono indesiderati e temuti, sembra non abbiano dimenticato nemmeno un lembo di questa provincia. Come andrà a finire non si sa, anche se qualcuno sta già pensando che questa invasione di topi possa essere paragonata a una delle bibliche sette piaghe. Ce n’è per tutti i gusti.

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