Partiti i lavori alla ex Lozza: diventerà un supermercato
Un pezzo di storia del Cadore sta sparendo per sempre sotto i colpi delle benne. Le ruspe sono entrate in azione nel cantiere aperto alla Lozza, la storica occhialeria di Calalzo chiusa vent’anni fa. Nel giro di un anno la fabbrica sarà riqualificata e si trasformerà in un supermercato.
L’operazione era stata annunciata proprio un anno fa, con tanto di rendering del progetto. Lo stabile è di proprietà della famiglia Buzzatti (quella dei supermercati Kanguro): «L’impresa De Pra ha iniziato a dicembre le operazioni di demolizione», racconta Alessandro Buzzatti. «Entro la fine di marzo lo stabile sarà stato completamente abbattuto e nella seconda parte dell’anno saranno avviati i lavori per costruire il supermercato». Si conta di aprirlo a cavallo fra il 2020 e il 2021.
Il progetto
Millecinquecento mq di superficie lorda, circa 1.100 di spazi dedicati alla vendita, il supermercato sarà realizzato su un unico livello e avrà un ampio parcheggio all’esterno. La Lozza occupava circa 20 mila mq, la nuova costruzione dunque avrà una cubatura decisamente inferiore. Sarà anche realizzata una viabilità di accesso funzionale all’attività, con la costruzione di una rotatoria a fagiolo per migliorare la circolazione delle auto in quel punto del paese.
La storia
La Lozza, infatti, si trova sul tratto di rettilineo che scende da Pieve, sopra la statale 51 bis di Alemagna. E rappresenta un pezzo di storia del Cadore, fatta di montature e astucci, di uomini e donne che per anni hanno costruito i loro destini attorno alle occhialerie. Aziende che davano lavoro, allora, e che contribuirono anche a frenare l’emigrazione dal territorio.
Nel Novecento l’industria era fiorente, c’erano stabilimenti di Safilo, Marcolin, De Rigo, c’era la Lozza. In quelle imprese sono state scritte pagine di storia del Cadore. Ma quel libro è ormai finito in uno scaffale polveroso. Le aziende si sono trasferite a Longarone, dove possono trovare collegamenti viari più efficaci ed efficienti. E le fabbriche sono rimaste scheletri vuoti, testimoni di un passato che ha lasciato il posto alla desertificazione industriale in Cadore.
La Lozza
La storia della Lozza risale al 1878, quando Giovanni Lozza, insieme a due soci venditori ambulanti di occhiali, fonda una piccola bottega e impianta una fabbrica di occhiali. Nel giugno del 1912 nasce ufficialmente la ditta Lozza, come officina meccanica. Il brand è il più antico d’Italia.
Nel 1930 nasce il modello Zilo, l’occhiale simbolo della Lozza che si affermerà nel secondo dopoguerra: la combinazione plastica-metallo riscuote un successo senza pari e porta a vendere milioni di pezzi e a ottenere anche un Oscar della Moda negli anni Sessanta. Nel 1983 la Lozza viene rilevata dal gruppo De Rigo, che tutt’oggi commercializza il brand, e alla fine degli anni ’90 lo stabilimento di Calalzo viene chiuso perché tutta la produzione viene spostata a Longarone.
La riconversione
Da subito si pensa a come riconvertirlo, si fa strada l’ipotesi di costruire una casa di riposo al suo posto, ma ci vogliono anni per arrivare alla decisione definitiva. A gennaio 2019 l’amministrazione di Calalzo annuncia il progetto: sulle ceneri della Lozza nascerà un supermercato. I Buzzatti hanno presentato un progetto che ha richiesto lunghi tempi per l’approvazione, perché è stato necessario un cambio di destinazione d’uso dell’area. Accettato dal Comune che punta così a riqualificare una zona del paese abbandonata da vent’anni.
I lavori sono iniziati a dicembre e le operazioni di demolizione continueranno fino a fine marzo. Poi inizierà la costruzione dello stabile che ospiterà il supermercato.
Calalzo guarda avanti. L’occhiale è parte della sua storia: rispettata, onorata, ma pur sempre passata. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi