Pascoli fantasma, truffa milionaria all’Ue

Indagati due agordini e un trentino, ottenevano contributi per la conduzione di terreni all’insaputa dei veri proprietari
Di Marco Ceci

BELLUNO. Un milione e 300 mila euro. A tanto ammonta l’importo del decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Belluno nei confronti di tre imprenditori agricoli (due uomini di Canale d’Agordo, sulla trentina e sulla cinquantina, e un cinquantenne residente in Val di Fiemme), tutti operanti nell’Agordino e indagati dalla Tenenza della guardia di Finanza di Agordo, in collaborazione con i colleghi del Comando provinciale guidati dal colonnello Patrizio Milan, per l’ipotesi di truffa aggravata in concorso e falso ideologico nei confronti dell’Unione Europea, in merito a finanziamenti ricevuti per la conduzione e lo sfalcio di prati montani in realtà mai avvenuti.

I “finti” agricoltori, in definitiva, presentavano dei semplici verbali di affitto all’Unione Europea, una sorta di autocertificazioni, rigorosamente all’insaputa dei legittimi proprietari. Prassi sufficiente per ottenere i contributi. Le Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura di Belluno, hanno proceduto nei giorni scorsi al sequestro per equivalente (sul quale gli avvocati dei tre denunciati hanno già presentato domanda per il riesame del dispositivo di sequestro) di otto abitazioni, 12 terreni, 11 automezzi (tra auto, jeep e furgoni) e dodici conti correnti sui quali erano depositati circa 60 mila euro.

Le indagini della Tenenza di Agordo erano scattate nell’estate 2013, sulla base di alcune segnalazioni e delle successive analisi delle banche dati in uso alla Finanza, dalle quali era risultato che cinque aziende agricole (quattro società semplici e un’impresa individuale, intestata a uno dei due agordini), riferibili a vario titolo ai tre indagati, erano riuscite negli anni, dal 2010, ad acquisire consistenti finanziamenti pubblici del Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) per la conduzione e lo sfalcio di grossi appezzamenti di terreni montani, pur avendo complessivamente solo uno o due dipendenti e, stranamente, tutte cinque con sede al medesimo indirizzo. Di qui l’avvio delle attività ispettive nei confronti delle cinque aziende, dalle quali è emerso che i terreni lavorati risultavano formalmente presi in affitto da agricoltori dell’Agordino e, in particolare, dei Comuni di Alleghe, Canale, Falcade, Vallada, Selva di Cadore, Colle Santa Lucia, Livinallongo e Rocca Pietore.

In realtà, quando i finanzieri hanno effettuato i sopralluoghi sui terreni e ascoltato i loro effettivi proprietari (molti dei quali, venuti a conoscenza delle indagini in corso, si erano spontaneamente presentati dai finanzieri) si è scoperto che, nella maggior parte dei casi, i proprietari dei terreni non conoscevano, né avevano mai visto i titolari delle cinque aziende in questione, anche perché erano gli stessi proprietari che in genere si occupavano della gestione e dello sfalcio dei propri prati, peraltro senza percepire alcun contributo pubblico. Inoltre, in certi casi, i prati che erano stati dichiarati per lo sfalcio erano in realtà dei boschi di conifere, raggiungibili soltanto grazie a impervi sentieri. In qualche caso, addirittura, i proprietari dei terreni dati formalmente in affitto erano deceduti anni prima della data di apparente stipulazione del contratto. Nella maggioranza dei casi, insomma, le cinque società avevano percepito i contributi senza svolgere alcun tipo di attività agricola sui terreni oggetto dei contributi comunitari, dichiarando falsamente di aver preso in affitto i terreni dai legittimi proprietari.

Complessivamente sono stati sentiti oltre 170 proprietari di terreni, alcuni anche ultranovantenni e che ancora oggi si occupano personalmente dello sfalcio dei prati: tutti hanno confermato le irregolarità ipotizzate a carico degli indagati. Una fattiva collaborazione per le indagini è stata assicurata dall’Avepa (Azienda veneta per i pagamenti in agricoltura) di Padova, ente istituito dalla Regione Veneto che si occupa dell’erogazione dei finanziamenti comunitari in ambito agricolo e i cui funzionari hanno fornito ai militari importanti dati e informazioni sul complesso meccanismo dei contributi agricoli.

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