Pasqua, i ristoratori sono ottimisti
BELLUNO. Un inizio di primavera che dà speranza. Non mancano le prenotazioni nei ristoranti della provincia di Belluno anche se per vedere movimento anche a livello alberghiero bisognerà aspettare ancora.
La Pasqua è, per il turismo bellunese, un dei momenti più imprevedibili dell’anno: la sua collocazione in calendario influenza le prenotazioni alberghiere e può trasformarsi, a seconda che sia “alta” o “bassa”, in una prosecuzione della stagione invernale o in un’anticipazione dei ponti primaverili e della stagione estiva.
Meno prevedibile l’andamento della ristorazione che però, a quanto dicono gli addetti ai lavori, lascia ben sperare. «Da quello che sento le prenotazioni non sono male» spiega Paolo Doglioni, presidente della Confcommercio bellunese, «anche se in questo settore molto gioca il meteo. Di solito per Pasqua i ristoranti sono affollati da bellunesi e da turisti e questa tendenza coinvolge un po’ tutto il territorio provinciale».
«Bisogna essere ottimisti» commenta Rosanna Roma, delegata Fipe per la provincia di Belluno, «l’impressione è che ci sia molto movimento e le prenotazioni non manchino. Il tempo, certo, è determinante ma nelle prossime settimane avremo anche una serie di ponti: non bisogna piangersi addosso».
Se per la ristorazione il periodo pasquale è, salvo scherzi del meteo, ottimista, per gli albergatori è un momento di riposo tra la stagione invernale e quella estiva. La prima scampagnata, infatti, è tradizionalmente destinata al mare e la situazione alberghiera in provincia è relativamente tranquilla. Fa eccezione Cortina, dove si continua a sciare. «C’è un discreto movimento in questi giorni» spiega Roberta Alverà, da pochi giorni alla guida della delegazione ampezzana di Federalberghi, «devo ancora raccogliere le impressioni dei colleghi ma per quanto ci riguarda posso dire che le prenotazioni non mancano. Tanti alberghi hanno già chiuso e credo che chi ha deciso di tenere aperto riesca a lavorare bene».
Un capitolo a parte è quello degli agriturismi. Se la pianura registra un pienone soprattutto nel settore della ristorazione, le strutture bellunesi dovranno aspettare ancora qualche settimana per “ingranare la marcia”. «Abbiamo realtà molto consolidate che lavorano tutto l’anno» spiega Massiliano Guiotto, referente per Agriturist Belluno, «e lo stesso si può dire per chi lavora con prodotti caseari. Ma per chi punta sui prodotti dell’orto è ancora presto». La legislazione sugli agriturismi, infatti, prevede una stretta relazione tra quanto viene prodotto e quanto viene consumato. E il clima bellunese, un po’ più freddo rispetto alla pianura, fa spostare il calendario avanti di un paio di settimane. «Vale anche per chi offre ospitalità» continua Guiotto, «perché qui ci sono ancora i riscaldamenti attaccati. Ma, grazie alle belle giornate delle ultime settimane, rispetto agli anni scorsi vediamo più movimento».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi