Passaggi su skipass , +10% dall’inizio della stagione
CORTINA. Nonostante l'assenza di neve naturale, cresce la voglia di sciare: ma crescono anche le spese. E' un bilancio in chiaro-scuro quello della prima parte della stagione per il comprensorio di Cortina, San Vito, Auronzo e Misurina. Dal giorno dell'apertura, il 18 novembre, e sino al 19 gennaio, si registra un +9% in termini di giornate skipass vendute, con un +10% di passaggi complessivi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Grazie all'innevamento artificiale sono aperti l'85% degli impianti su che danno la possibilità di sciare su 90 chilometri di piste.
«Le piste sono belle», ammette Enrico Ghezze, presidente del consorzio Skipass Cortina, San Vito, Auronzo e Misurina, «e innevate alla perfezione nonostante la carenza di neve naturale. I dati degli skipass, rispetto allo scorso anno, sono buoni. Si vede un più 10%. Va detto però che lo scorso anno fu una stagione nefasta. Eravamo senza neve ed in più c'era caldo e non potevamo innevare tanti tracciati artificialmente. Se i numeri li rapportiamo alla stagione 2013-2014, che è l'ultima cominciata con la neve vera, siamo sotto di un 10% sui passaggi contati dagli skipass».
Sono positivi i numeri, sempre rapportati allo scorso anno, anche del Dolomiti Super Ski. Dal 26 novembre all'Epifania, nelle 12 valli dolomitiche, si registra un +4% in termini di giornate skipass vendute, con un +5% di passaggi complessivi. Il ponte dell'Immacolata ha invogliato tanta gente a concedersi qualche giorno sulle piste. Tra il 26 novembre e l’11 dicembre si registrano per Dolomiti Super Ski +11,5% di passaggi complessivi e +7,4% di primi ingressi complessivi.
«I numeri dimostrano che la gente vuole sciare», ammette Ghezze, «anche se il paesaggio non è imbiancato. Gli sciatori infatti, nonostante l'assenza di neve naturale, sono aumentati. I passaggi sono stati buoni anche sotto Natale, che ha visto le festività cadere nei fine settimana, aspetto che solitamente penalizza i conti finali. Abbiamo però costi considerevoli per l'innevamento artificiale; ma, se non avessimo aperto le piste, i numeri turistici sarebbero sicuramente crollati a picco. La gente vuole sciare nonostante gli inverni siccitosi».
«Ci sono le proposte alternative alle sciate, ma in pochissimi le prendono in considerazione. Credo che si debba continuare a dare la possibilità a tutti di sciare utilizzando l'innevamento artificiale, ma credo anche che alle spese debbano iniziare a concorrere anche altri. Come ha ribadito più volte Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari, l'innevamento in montagna deve diventare una infrastruttura primaria come lo sono le fognature, l'acquedotto e l'elettricità. L'innevamento programmato dà possibilità di avere lavoro a tutti. Se le società impiantistiche non innevassero le piste e le aprissero, non ci sarebbe lavoro nemmeno per i maestri di sci, i titolari di rifugi, ma anche per albergatori e commercianti. E' tutta una catena che ruota attorno all'innevamento artificiale in stagioni aride come questa».
Alessandra Segafreddo
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