Passaggio all'Alto Adige, i comuni ladini ricorrono alla Corte costituzionale

Parte il ricorso alla Consulta contro i ritardi e l’iter troppo complesso imposto a Livinallongo, Colle Santa Lucia e Cortina per riunirsi all’Alto Adige, come chiesto dai cittadini con il referendum
LIVINALLONGO.
Parte il ricorso alla Corte costituzionale contro i ritardi e l’iter troppo complesso imposto a Livinallongo, Colle Santa Lucia e Cortina per riunirsi all’Alto Adige, come chiesto dai cittadini con il referendum.

 Dopo il ricorso alla Corte EUropa per i diritti dell’uomo, presentato dal comitato per la riunificazione della Ladinia del Sella, questa volta sono i tre Comuni a muoversi e ad avanzare un ricorso davanti alla Corte costituzionale contro il governo e contro il Parlamento.

 Il ricorso verrà presentato dalle tre amministrazioni con delibere “fotocopia”. A Colle Santa Lucia l’atto è stato approvato ancora dalla precedente amministrazione Frena. A Livinallongo la giunta Ruaz lo ha deliberato nei giorni scorsi. Cortina dovrebbe seguire a ruota.

 Il ricorso contesta da un lato il governo - per il mancato deposito del disegno di legge atteso dopo il referendum e per la natura costituzionale dei disegni di legge già presentati, per altri casi, nella scorsa legislatura - e i singoli parlamentari che hanno depositato nell’attuale legislatura dei disegni di legge di tipo costituzionale invece che ordinario.

 In quest’ultimo caso il conflitto è sollevato anche contro le Camere ed i rispettivi presidenti: toccava a loro, infatti, valutare la ricevibilità dei disegni di legge presentati.

 In sostanza, secondo i referendari, il disegno di legge per il passaggio dei tre comuni alla Regione Trentino - Alto Adige, in base alla legge 352 del 1970, doveva essere fatto dal ministero dell’Interno su deliberazione del consiglio dei ministri, dopo sessanta giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, avvenuta l’8 novembre 2007, del risultato del referendum.

 «Un atto dovuto e da esercitarsi entro i termini perentori di legge», rilevano i Comuni, sottolineando che invece tutto si è ormai arenato da quasi due anni e mezzo.

 Il ricorso contesta quindi al governo di aver interpretato in modo errato, nella scorsa legislatura, la legge 352 del 1970: per il passaggio di Regione basta una legge ordinaria, non una più complessa legge costituzionale.

 Secondo i ricorrenti «la presentazione al Parlamento di disegni di legge costituzionale anziché ordinari, costituisce un evidente aggravamento della procedura legislativa di variazione territoriale».

 Passare per una legge costituzionale, infatti, rende necessaria la maggioranza dei due terzi. Questo significa dover “convincere” un maggior numero di senatori e deputati. Il ricorso, di fatto, va anche contro le iniziative dei parlamentari Zeller, Bressa e Vaccari, che hanno presentato disegni di legge costituzionale per i tre Comuni.

 Una questione di lana caprina ma che vuole essere un segnale nei confronti di politici ed istituzioni.

 «È un atto doveroso», spiega il sindaco fodom Ugo Ruaz. «Noi vogliamo che l’iter referendario vada avanti ed il governo ci dica a che punto è la questione. La gente ci chiede spiegazioni. Vuole sapere se qualcosa si muove, se stiamo lavorando perché la loro volontà espressa nel referendum verrà rispettata. Questo ricorso è tutto quanto potevamo fare noi in questo momento».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi